Diario di bordo: allattamento
L’allattamento è un meraviglioso dono per il nostro bambino. Prosegue il contatto e l’unione che avevamo con lui nella pancia, regala attimi di intimità forti. è un nutrimento, una coccola, un sostegno, una consolazione. Nulla di più completo. Inoltre permette di nutrire il bambino con l’alimento più sicuro e sano in assoluto, ricco anche di protezione e aiuto nei confronti delle malattie. Non le evita certo, ma aiuta il piccolo a combatterle o a prenderle meno forti nella sua più tenera età. Non sempre tutto è così idilliaco però. Non sempre i primi contatti sono così perfetti da dare il via all’avventura nel modo migliore. Spesso la strada è solo in salita e allora alcune mamme si trovano di fronte al dilemma di dare tutte se stesse per riuscire ad allattare i propri piccoli o dare forfait e passare al latte artificiale. Questa scelta è spesso molto difficile e vissuta in modo intenso e traumatico dalla donna. Non avere latte a sufficienza può essere percepito come un difetto. Di qui nasce la delusione di non aver potuto fare il massimo per il bambino. Altre volte, invece, la donna preferisce semplicemente sentirsi più libera, sente che per lei è fondamentale avere i suoi spazi o semplicemente dormire la notte più a lungo. Si sa che con il latte materno il bambino tende a mangiare più spesso soprattutto la notte quando c’è più tranquillità e il latte è abbondante.La mia esperienza è stata due volte ottima, allattamento iniziato perfettamente, mai una ragade nè un bruciore. Ma ricordo con il primo figlio quando la pediatra mi disse che avevo meno latte (mio figlio grande era al quarto mese ed è normale che ci sia un momento di calo di latte quando la richiesta cambia) e mi propose la “maratona” del latte. Ero disperata, mi sembrava di non aver finito “bene” il mio lavoro. Non riuscivo ad accettare il fatto di poter smettere di allattare prima dello svezzamento, mi sembrava una cosa troppo importante per lui. Ma che fatica! E comunque a 5 mesi si era preso una bella tonsillite con tanto di antibiotico. La cosa che mi dava più fastidio era che nessuno mi chiedeva come stessi io. I pediatri guardavano solo il bene del bambino e non quello della mamma. Perchè il bambino stia bene, invece, è importante che la mamma stia bene e sia serena con se stessa. Certi sacrifici sono sì utili e belli, ma non sempre è il caso di farli, se non si ha la forza e l’energia per portarli a termine in modo facile. Secondo me una neo-mamma non dovrebbe tirare troppo la corda in nome dell’ideale di mamma-perfetta-che-allatta-senza-problemi-e-riesce-a-gestire-tutto-senza-il-minimo-sforzo.Non sempre è così. Per esempio, ci sono “corti dormitori” a cui basta riposare 5 ore per notte, e chi (come me) ne ha bisogno di almeno 8 per sentirsi minimamente lucida e attiva.Io ho tenuto duro, perchè sono fatta così, spesso non riesco a dire “basta, non ce la faccio più”. Il senso di colpa mi frena, e anche l’amore travolgente per i miei bambini. Io vengo sempre dopo, e così dò tutta me stessa per portare a termine il compito. Questa seconda volta è stata in realtà bellissima, mi sono goduta l’allattamento e la complicità che porta con sè. Ma la stanchezza è tanta, 6 mesi di notti interrotte ogni 3 ore si iniziano a sentire. E la sua dermatite atopica mi ha poi convinto a fare l’ennesimo sacrificio: dieta di derivati del latte e uova per capire se c’è di mezzo un’intolleranza (allergico invece non è ). Però non me la sento di denigrare una donna che sceglie il suo benessere quando l’allattamento non funziona. In fondo il latte artificiale non è veleno, e tantissimi bambini vengono cresciuti con quello e diventano sani e forti. Gli estremi nelle proprie posizioni sono secondo me sempre dannosi. Scegliamo la linea della flessibilità e dell’adattamento alle situazioni e agli stati d’animo, altrimenti si rischia di fare grossi danni sia per noi che per il nostro bimbo.