Diario di bordo: in vacanza nella vecchia vita

Esco da queste tre settimane piuttosto stressata. L’ingresso nella mia vecchia vita è stato proprio come lo sognavo. Dopo il lunghissimo viaggio dalla California e una buona dose di stanchezza causa notte in aereo piuttosto scomoda, giungiamo alla porta della nostra casa e una volta aperta…sorpresa! i miei genitori, mia suocera, mia sorella, mio cognato e il mio adorato nipotino ci aspettavano alle nove di sera per prepararci la cena e abbracciarci. è stato bellissimo e ci speravo proprio, anche perchè l’arrivo all’aeroporto senza facce familiari mi aveva un po’ rattristato.

Ma che bello rivedere la nostra casa, dormire nei nostri letti! ora capisco meglio il perchè chi ha esperienza da expat si porta dietro tutti i mobili ogni volta. Spostare la propria casa vuol dire tenere con sè il proprio passato. Io in realtà sono più legata ai muri, alle finiture scelte una a una, alla disposizione tanto pensata, ai vicini di casa così cari, alla vista fuori dalla finestra. Tutte cose non trasportabili. 

Milano ci ha regalato il suo clima grigio e freddo con giorni nebbiosissimi e solo due pause di sole in cui il nostro parchetto giochi si è di nuovo affollato di bimbi nelle ore calde. 

Le giornate sono passate veloci troncate da un fuso orario mai recuperato che ci ha fatto vivere di pomeriggio e di notte con pranzi e cene ad orari spagnoli e con gli incontri normalmente spalmati su un anno scolastico tutti concentrati in pochi giorni. E per Apo e ciuffetto biondo una nuova centrifuga, con due o più bimbi sempre a casa nostra ogni pomeriggio con corsa, urla, risate, litigi. è proprio vero che i seienni alle prese con l’inizio della prima elementare vivono una sorta di regressione; fisicamente esplosivi, tendono anche e perdersi facilmente nei loro pensieri non ascoltando il minimo rimprovero o invito ad ubbidire. Mi sono consolata a ritrovarli tutti così i suoi amici nonostante non avessero cambiato continente. 

Ma non con lui, l’amico P. 

Forse perchè ancora alla materna, forse perchè di carattere più riflessivo come “era” Apo, P. è stato in simbiosi con Apo in questo periodo. Vive nella porta accanto e il pianerottolo ha visto un continuo via vai dei due bimbetti con ben due case a disposizione per le loro avventure. Non oso pensare al loro saluto tra due giorni. Al nostro arrivo, la porta era tappezzata di suoi disegni di bentornato per il suo amico, e Apo invece gli ha portato una maglietta concepita da lui che rappresenta Apo e P., un serpente e un dinosauro che mangiano un ragno.

E ora mi ritrovo a scrivere nel mio primo prezioso momento di silenzio, per la prima volta senza bimbi intorno, e penso che ne avevo un gran bisogno, che queste settimane, pur se di vacanza, sono state intense e faticose perchè volevo vedere tutti, far divertire i bimbi e allo stesso tempo cercare di far loro capire che era tutto provvisorio (la fatidica frase di Apo “voglio rimanere in Italia”, ovviamente è arrivata), godermi le persone care il più possibile e tirar su il morale a mia suocera.

Ma ammetto di essermi sopravvalutata. In tutto questo mi sono persa io,  dimenticando la fatica di tutti gli ultimi sei mesi e la stanchezza di questi viaggi intercontinentali con i bimbi, per non parlare dei continui malanni da gestire. Insomma, inizio questo 2013 stanca, con il bisogno non solo di dedicarmi del tempo ma anche di realizzare qualcosa. Vorrei essere sicura che tra due anni torno o che non tornerò mai, ma non lo posso essere, quindi, nel frattempo, vivo un po’ sospesa ma non voglio rinunciare ad essere felice in nome del senso di provvisorietà.

Ho trovato tanto ottimismo al di là dell’oceano sia nelle persone splendide che ho conosciuto con cui spero l’amicizia si approfondisca davvero, sia nell’ ambiente. Oggi già piango, perchè anche alla soglia dei quarant’anni è difficile vivere lontani dalla propria famiglia soprattutto quando parte di questa non è in salute e senti che avrebbe bisogno di te ma tu devi ripartire. E credo che accettare questa fragilità sia il solo modo per evitare di soffrire in modo più profondo.

Io vi auguro tanta gioia, ovunque siate. Tenetevi stretti gli affetti che avete, coltivateli e rendeteli ogni giorno preziosi e soprattutto godeteveli se avete la fortuna di averli accanto anche fisicamente.

E che il prossimo anno sia di buon auspicio anche per WhyMum, perchè cresca e accolga sempre più genitori che vogliano condividere le loro esperienze e scoperte!

Buon Anno a tutti! Pipa