Diario di bordo: piccoli condòmini
Ora che è arrivata la bella stagione riflettevo sulle opportunità di sfruttarla in città con Alice, tre anni e mezzo e una passione sconfinata per l’aria aperta!
Ci sono i parchetti, il giardino della sua scuola materna e la fortuna di avere ora una casa in cui il sole ci bacia ogni volta che splende!
Riconosco che rispetto ad altre realtà più cementate o degradate siamo privilegiate, ma sento che più che la mancanza di spazi verdi o luoghi di svago quello che mi manca/mi infastidisce è una difficoltà degli “altri cittadini”a stare e guardare anche dalla parte dei bambini.
Lo vivo nell’attraversare la strada, nella lamentela al ristorante se c’è un bimbo che piange, nello storcere il naso dell’esercente a cui una mamma domanda gentilmente se può usare il bagno per cambiare il proprio figlio…
E ancora nelle stupide regole di convivenza condominiale che prevedono nei cortili il divieto di giocare (e già pronunciare questa locuzione mi fa rabbrividire!).
Così mi fa rabbrividire il risultato di un’indagine condotta dall’Anammi, l’Associazione nazional-europea degli amministratori d’immobili, sulla base di un questionario effettuato tra i suoi 12mila associati: per il 72% degli amministratori di condominio litigare per la presenza di bambini è sempre più frequente.
Tra le cause riconducibili a questi giovani abitanti dello stabile ci sono i rumori (54%), oggetti lasciati negli spazi comuni (23%), atti di vandalismo (16%), incidenti (7%). Così rifletto su queste voci:
– rumori: certo i bambini nell’esprimersi fanno rumore, piangono di notte quando sono piccoli, si muovono con vivacità, ridono ad alta voce, insomma dimostrano di essere vivi!
– Oggetti lasciati negli spazi comuni: nel mio condominio di prima era vietato lasciare giù i passeggini, quando di spazio sotto le scale ce n’era eccome, a fronte di un ascensore piccolo e diversi scalini per accedere allo stesso. Il che significava fare la rampa, prendere in braccio il piccolo, piegare il passeggino con il bimbo in braccio, aprire la porta dell’ascensore con una terza mano, … (ah, nel palazzo di adesso le regole sono le stesse, solo che ora non uso + il passeggino!)
– Atti di vandalismo: ecco credo che questo 16% sia davvero frutto di una percezione distorta o pregiudizi nei confronti dei ragazzini che fanno, si divertono, scoprono e a volte pure rompono..
– Incidenti: ci sta, capisco, ma come dice la parola stessa sono incidenti e quindi senza intenzione..
Mi chiedo quale sia il rimedio a questi piccoli disturbatori della quiete mortifera che senza di loro si avvertirebbe o in cui necessariamente finiremmo.
Siamo tutti abitanti di questo pianeta, che è diventato brutto, intollerante, minaccioso, sporco non certo per le persone sotto i 12 anni, semmai per le stesse (o, meglio, soltanto alcune di loro, viva Dio) quando superano una certa soglia e iniziano a pensare più a se stessi che a tutto il sistema-mondo.
Troppo spesso ci si dimentica dell’importanza di poter vivere l’infanzia. Il divertimento, il gioco, la socialità tra bambini strutturano gli adulti di domani. Se noi li ingabbiamo in regole asfittiche creeremo adulti frustrati, senza gioia, curiosità né fantasia, intolleranti verso l’altro o il diverso perché incapaci e spaventati nel confronto.
Mettiamoci dalla parte dei bambini e anzi impariamo da loro.
Proviamo a recuperare nella nostra memoria le sensazioni dell’infanzia, dello stare insieme, delle prime amicizie.
Ricordiamoci come è bella la parola libertà.
Voi come la pensate?