Liberi di scegliere: con o senza figli.
Il Pensiero recente di una nostra amica whymamma mi ha fatto riflettere a lungo sul tema della maternità/paternità.
Sono andata a leggermi il blog citato e la filosofia alla base del movimento ChildFree (i primi gruppi sono nati negli anni ’70 nel Nord America). Certo lì per lì rimani un po’ scioccato di fronte a questa voglia di affermare in modo così forte la volontà di NON avere figli, perchè per me rimane semplicemente una libera scelta che non necessiterebbe nemmeno della creazione di un movimento ad hoc. è vero però che anche mamme e genitori spesso si uniscono in gruppi sociali. Per esempio, sul web negli ultimi anni si sono creati diversi siti per mamme (come appunto Whymum), più o meno tutti con l’obiettivo di aiutare, fornire strumenti, creare uno spazio di incontro e condivisione.
Perchè fare la mamma è un lavoro molto difficile, ti cambia la vita e spesso non ti senti all’altezza. E i ChildFree lo sanno bene, e anche questo è uno dei motivi che li spinge a non volere figli. Per certi versi li capisco. Ogni tanto immagino una coppia senza figli alla soglia dei 40 anni come me, con tutto il tempo per dedicarsi al lavoro, ai viaggi, al cinema, alle mostre (per questo ho messo come immagine un gabbiano in volo). Ed è comunque una famiglia, anche se decide di non procreare.
Insomma, non me la sento di giudicare troppo, dal mio punto di vista credo che qualcosa si perdano, ma io parlo con il mio personalissimo amore per la maternità (nato tra l’altro piuttosto tardi, alla soglia dei 32 anni). Se a una persona non scatta il desiderio di riproduzione, meglio che non si infili in un’avventura così meravigliosa ma anche così impervia. Meglio childfree che withnolovedchild (termine che ho coniato ora 🙂 ).
Su una cosa sono certa: il desiderio di fare i figli non deve nascere dalla società ma da noi stessi. è un richiamo naturale, che però non è detto che tutti abbiano. Oggi, magari, sono anche le circostanze ambientali a creare questo atteggiamento, spesso si rimanda il momento giusto, ci si appassiona ai propri risultati lavorativi e così il tempo passa e non se ne sente più l’esigenza.
I ChildFree però me li immagino sereni, felici della propria scelta e non frustrati per aver semplicemente perso un treno. Me li immagino riuniti in un movimento solo perchè si sentono poco accettati dalla società (come un po’ hanno dovuto fare gli omosessuali tempo fa o forse ancora anche oggi in alcuni paesi), e non perchè arrabbiati e induriti per invidia o solitudine.
Mi aspetto però anche da loro il rispetto per la libertà di scelta. Per cui non possono pretendere un condominio childfree (anche io ahimè ho dei bei problemi con i vicini di sotto piuttosto nemici dei bambini), o un mondo childfree. Come noi scegliamo con cura le strutture vacanziere family–friendly, loro sceglieranno con attenzione le strutture childfree-friendly, ma quando i due mondi si incontrano dovrebbe regnare rispetto e sopportazione reciproca.
Mi è capitato di andare in un ristorante un pochino più bello una sera con i bambini, e dopo poco la signora del tavolo a fianco si è arrabbiata perchè i bambini facevano confusione (vi assicuro che erano tranquillissimi), al che io ho risposto: “abbiamo diritto anche noi genitori di uscire ogni tanto a cena”. Quella era la prima sera dopo mesi, magari loro uscivano ogni giorno.
Bambini educati certo, ma non in gabbia. Capisco che il pianto di un neonato possa dare fastidio, ma non credo che i bambini siano i principali nemici del Silenzio. Anzi. Spesso gli adulti fanno molto di peggio. A me i bambini hanno insegnato e insegnano ad essere più accomodante e paziente nelle convivenze. Con o senza figli, come ormai sapete bene, io sono per l’incontro armonioso degli individui e la lotta alle idiosincrasie.