Libro ‘che rabbià

Libro “CHE RABBIA” di Mireille d’Allancé – ed. Babalibri

Prezzo: 11,50 euro

Descrizione: è un libro con pagine grandi, copertina di cartone rigido, di meno di trenta pagine e con una storia narrata, breve, semplice e bella. I colori sono caldi e, secondo me, perfetti per il tema trattato: la rabbia.

Mi è stato consigliato da un amico pedagogista, a cui avevo proprio chiesto un consiglio su un libro da regalare ad Alice che l’aiutasse a gestire quest’emozione così importante.  Vedo che quando si arrabbia non sa come sfogarla, se trattenerla, urlare o piangere, spesso rischiando di farmi arrabbiare a mia volta. La rabbia espressa dei bambini spesso è motivo di “ritorsione” da parte dei genitori: se il bambino si arrabbia sta facendo i capricci, ci fa disperare,  lo si sgrida, ecc.Ma poterla esprimere, saperla gestire e maneggiare come altre emozioni, senza necessariamente tacciarla come reazione negativa o da reprimere è importante. Direi fondamentale nelle relazioni. Il bambino attraverso questo libro riesce a dare una forma e rappresentarsela. La rabbia esce dal protagonista del libro come un urlo, come il fuoco dalla bocca del drago, e diventa una “cosa”, che gli parla e che si sfoga mettendo sotto sopra tutta la sua cameretta,  giocattoli compresi. Poi via via si fa più piccola e Roberto, il bambino, la chiude in una scatolina e torna finalmente tranquillo e disponibile. Il messaggio è semplice ma allo stesso tempo grandioso. Non voglio interpretarlo troppo, ognuno ci vedrà e sentirà quello che crede, soprattutto i nostri bambini. Ad Alice piace tantissimo e io quando sono arrabbiata, giuro, se lo sfoglio sento che la mia rabbia prende forma ed è come se quel disegno me la accogliesse.Arrabbiarsi spesso mi fa paura, non sfogo quasi mai quest’emozione, ma le volte che ci riesco sto bene! E guardo indietro e vedo che poi non ho fatto male a nessuno ma ho affermato un mio bisogno. Ecco vorrei che mia figlia imparasse che le emozioni, tutte, appartangono a ciascuno di noi, che non vanno giudicate, e soprattutto mi piacerebbe che Alice riuscisse a tracciare i suoi confini e dire “no”, “non voglio”, anche arrabbiandosi se le può far bene. Per poi riuscire a tornare serena e chiedere come fa Roberto, dopo essere stato spedito in camera a calmarsi, “Papà,.. è rimasto un po’ di dolce?”. Con il cuore e la pancia liberi dalla furia rossa che si è scatenata.

Voto: 7