Settimana 40: pipa e la sua pancia

40 settimane. Non credevo ci sarei arrivata, ma l’istinto mi ha tradito questa volta.

Il pensiero è concentrato, la frase “non vedo l’ora” fa continuamente capolino nella mia testa, scene non ancora vissute si costruiscono con frequenza di fronte ai miei occhi. Cerco di anticipare e prevedere come se questo acccelerasse il tempo.

Una notte ho avuto le contrazioni, credevo fosse il momento. Poi i giorni successivi niente, calma piatta. Davide non è come suo fratello, non ha fretta di scoprire il mondo.

Devo camminare. Ma fa caldo. Ho voglia di vita normale e di girarmi nel letto senza bisogno di una gru.

Ogni giorno di attesa è un esercizio di pazienza e il mio piccolo Apo mi chiede spesso “ma quando ritornerai normale?”. Voglio abbracciarlo e fare la lotta con lui come prima.

Davide non ha approfittato del deserto di agosto, della pace e calma nelle strade e in città. Sarebbe stato un ingresso graduale nel rumore della vita. 

Oggi inizio i monitoraggi post-termine e vivo alla giornata a tratti alienata a tratti emozionata e fremente.