Il regalo alle maestre? se decidete di farlo, coinvolgete i bambini!

Per chi ha dei figli in età scolare prima o poi si confronta con l’iniziativa del tradizionale “regalo alle maestre”. Indipendentemente dalla condivisione o meno del gesto, che dovrebbe comprendere anche il parere dei piccoli, riflettevo su come spesso i bambini, principale anello di collegamento tra la famiglia e la scuola, non vengano coinvolti in qualcosa che invece dovrebbe riguardarli in prima persona. Le festività, la fine dell’anno ma anche il compleanno di un compagno sono occasioni che dovrebbero rappresentare una ricca opportunità formativa. Si può riflettere sul senso della Pasqua, del Natale o di un compleanno anche nel tragitto che va da casa a scuola, mentre si consuma un pasto o durante una breve passeggiata. Confrontarsi con il bambino sul significato della ricorrenza e su cosa avrebbe voglia di trasmettere alle persone a cui vuole bene, sul senso di un dono,  è un ottimo canale attraverso il quale si apprende e si lascia respirare la creatività. In una società fortemente “adultocentrica” viene lasciato molto poco spazio al bambino per esprimere idee e fantasia in maniera libera e spontanea. Sarebbe sicuramente piacevole e coinvolgente per i più piccoli sentirsi responsabili e autori di un pensiero, una frase, un disegno, un semplice oggettino creato da loro stessi per la maestra/o o per un amico, come un portapenne o, in occasione della Pasqua, un ovetto di polistirolo dipinto e ricoperto di porporina colorata e brillante. Si può pensare anche di creare un grande biglietto di auguri da appendere in classe, decorato con le impronte colorate delle loro manine  oppure ricco di bigliettini colorati contenenti un piccolo messaggio da parte di ciascuno.  No signori, non ci vuole troppo tempo…basta solo iniziativa e una manciata di minuti. In questo modo anche le maestre o gli amici riceverebbero un dono personalizzato, unico, autentico, realizzato dal gruppo-classe o dal singolo bambino e non dai “grandi”, spesso poco accorti al rispetto per i più piccini. (Dr.ssa Marcella Ciapetti, Pedagogista clinico)