9 anni!
E sono 9! Anche il mio piccolo di casa cresce, non si può evitare. Hai avuto un anno decisamente difficile, una maestra che non ti ha capito, tanti rapporti difficili da gestire con i tuoi amici. Si parla spesso dell’adolescenza, ma nel mio piccolo, trovo che i 7-8 anni siano un periodo piuttosto complicato per un bambino. Rappresenta una fase di crescita significativa in cui inizia a definirsi la propria personalità, i desideri, gli obiettivi. Tu hai un carattere forte fin da quando sei piccolo e alle volte è difficile sapere come prenderti. Ci scontriamo spesso noi, sei talmente bastian contrario che i miei anni di meditazione e yoga si annullano in un istante di fronte ai tuoi incessanti NO. Persino farti fare la doccia è un’impresa. Lo so che affrontarti di petto non serve a nulla ma è anche difficile per una di solito paziente come me rimanere tale. Sei stato sfortunato quest’anno, è arrivata una maestra nuova a scuola ed è capitata a te. È vero che incontrerai tante persone poco gentili nella vita ma noi crediamo che sia importante da piccoli avere a che fare con gli educatori giusti, calmi ed empatici. Non è andata così e le tue reazioni sono state esplosive ma pian piano hai iniziato a comunicare un po’ di più con noi. La strada è ancora lunga per imparare ad esprimere e gestire le tue emozioni ma hai tutto il tempo. Per fortuna hai incontrato un bambino con cui sei in perfetta sintonia. Hai dovuto imparare a gestirne un altro che faceva il bullo, che diceva le bugie per metterti in cattiva luce, che ti prendeva in giro di fronte agli altri ma poi voleva terribilmente essere tuo amico. È lo era stato a lungo tuo amico, il tuo migliore amico. Lo guardavi affascinato, estasiato, faceva ridere te e tuo fratello più grande, non vedevi l’ora di giocare con lui il pomeriggio. Ci hai messo un anno ad allontanarti da lui, a prendere le distanze. Io non ho voluto influenzarti, non mi piace nemmeno quando i bulli vengono messi da parte, cerco sempre una soluzione più idealistica, quindi ho continuato ad invitarlo e forse non ho capito fino in fondo la tua sofferenza. Sei stato tu a dirmi a un certo punto che non volevi più vederlo fuori dalla scuola, che era troppo cattivo, che trattava male anche altri bambini facendoli soffrire molto. Ma poi non hai capito perchè è stato mandato via dalla scuola. Che bello che sei ancora così ingenuo. Ogni tanto penso che ti trascuro un po’, sei l’ultimo e le incombenze familiari sono tante, spero di recuperare. Cercherò di allinearmi un po’ di più ai tuoi interessi anche se purtroppo gli scacchi non mi piacciono molto, il calcio già di più. Conto sulla chitarra che inizierai quest’anno. Alle volte è difficile passare del tempo da soli, per questo mi piace quando andiamo allo zoo, il tuo posto preferito. Prendi in mano la mappa e mi porti a vedere tutti gli animali che ci sono. Non ne vuoi perdere uno! Sono la tua grande passione, in particolare i rettili. Infatti per il tuo compleanno ti ho organizzato uno show educativo sui rettili. Un museo qui vicino ha portato ben dieci rettili da far vedere ai tuoi amici. Non contento sei pure voluto tornare al museo per rivederli uno a uno e anche tutti gli altri che non ci avevano portato a casa. C’era perfino una tartaruga super gigante! Ogni tanto ti guardo, con i tuoi lunghi riccioli biondi che non vuoi tagliare, le tue tante paure di bambino che sta crescendo, il tuo spirito determinato, la tua simpatia e i tuoi blocchi. Sembri indipendente ma hai un sacco bisogno di aiuto, a diventare più flessibile e coraggioso e a fidarti di me. Quest’estate siamo andati in Europa, ed era la tua prima volta a Parigi. Ho vissuto una delle esperienze più traumatiche della mia vita. Ho ancora nella mia memoria l’immagine di te che picchi i tuoi pugni dall’altra parte del vetro della metropolitana (il treno per Paris Orly). In quei 10 minuti di treno attraverso la campagna francese ho pianto disperata non sapendo come ti sentivi e come ti avremmo ritrovato. La gente cercava di tranquillizzarmi, i miei figli erano imbarazzati (tipico dei maschi adolescenti) ma io pensavo a quel momento in cui seguivo di corsa mio marito sul treno in partenza, con le mani occupate da due valigie mentre il suono di avviso chiusura si faceva sentire incombente. Le porte si chiudono, noi tutti siamo dentro e tu rimani fuori. E il treno parte veloce, la mia paura sale. Per fortuna che un ragazzo gentile ti ha consegnato alla sicurezza e poi dall’altra parte ci hanno detto di aspettarti e che saresti arrivato col prossimo treno. Quando si sono aperte quelle porte e ti ho visto la gioia era infinita. Tu non avevi pianto mai e trattenevi ancora le lacrime. Volevo che ti sfogassi ma non l’hai fatto. Nel momento di panico non ti ricordavi il numero di telefono che ti avevo insegnato. Meno male che una persona buona ha visto che dovevi venire con noi sul treno dell’aeroporto seppur in quella fermata c’erano tante linee diverse. Ma non oso immaginare come avremmo fatto se ti avessimo perso in una fermata della metropolitana in mezzo alla città. Ben vengano gli orologi telefono per i bambini o altri metodi di ritrovamento! Ora ne sono più consapevole. Certo questo episodio non ha aumentato la tua fiducia in noi purtroppo, ma per fortuna è andato tutto bene e l’immagine più bella che ho di te quest’estate (che scalza quella terribile di te che urli al di là di un vetro) è quella di un bambino biondo a torso nudo che corre felice nei prati di montagna e si entusiasma alla presenza di un dromedario. Tanti auguri in ritardo mio piccolo amore.