Libri: una carezza immaginaria
“Una carezza! che emozione deve essere una carezza data per amore!……non può esprimere che buoni intenti e delicati sentimenti. Sentire una mano che ti scorre sulla guancia può voler dire che hai suscitato tenerezza. Che ti si vuol dare protezione. Che ti si approva, ti si promuove, ti si loda..““La carezza immaginaria”, di Marina Salvi, è una storia intensa e profonda della vita di una famiglia che si spezza, si rinnova, si perde di nuovo, ma lascia un segno nel cuore dei protagonisti e dei lettori. è un racconto a più voci che si confessano e descrivono la realtà con sfaccettature diverse, personali e intime. Mingo, Titti, la zia Llilla, il Professore.Mingo e Titti rimangono orfani molto piccoli, ma consapevoli, durante lo scoppio del deposito di polveri del Forte di Falconara che distrusse quasi completamente il paese di San Terenzo vicino a Lerici. Un fulmine la causa, imprevedibile fenomeno naturale che comunica la nostra impotenza di uomini di fronte alla vita.”La vita è un dono che si rinnova ogni giorno. La vita dunque lascia il posto alla morte. Si ritira, come il sole nel mare. E non c’è nulla da fare. è puro destino. La natura, senza saperlo, ci racconta l’essenza della vita.“Mingo è il ragazzo che guarda avanti, sensibile ma fatalista. Titti è l’introspettiva e delicata ragazza che non accetta di non trovare risposte. La zia Lilla è la figura di continuità tra il vecchio e il nuovo, è la storia, il legame di sangue. Il Professore è l’esempio, colui che salva, protegge con discrezione e signorile distacco.Il Professor Cassanello adotta i bambini dopo la tragedia, dona loro un futuro. Ma la carezza che Titti cerca è lontana, inaccessibile, sepolta nei ricordi sbiaditi del suo cuore. Quando si cresce in fretta ci si sente soli, e si fa strada la paura di amare e di essere amati. Perchè ogni nuovo amore è una potenziale perdita. Il dolore si annida, diventa un nodo difficile da sciogliere. E il pianto sarebbe quella liberazione che spesso non riesce a rapirci. La vita continua e anche le disgrazie. Ma i nuovi affetti fortificano e i ricordi riempiono, rendendoci vivi.