Come scegliere un asilo

In Italia mi ponevo poco il problema di che tipo di orientamento avesse l’asilo (nido o materna), cercavo solo un luogo pulito, vicino a casa e con un minimo di sfogo all’esterno (un miracolo per Milano). Ma qui in America, per esempio, ci sono tanti tipi di scuole materne (ospitano i bambini in genere dai 2/3 anni fino ai 5/6 anni) con tante filosofie diverse: accademica (molto focalizzata sull’apprendimento scolastico e qui in America si inizia a leggere e a scrivere molto prima che da noi), play-based, Montessori, Reggio Emilia, Waldorf (Steieneriana), DAP (Developmentally Appropriate Practice).
Ogni scuola ha caratteristiche specifiche e prima di iscrivere il proprio figlio è importante capire se corrispondono alla nostra idea di educazione in ambito scolastico. Per i bambini piccoli credo che la cosa più importante sia un ambiente sereno e allegro con tanti stimoli, ma la scuola deve anche “sposarsi” con il genitore, con i suoi valori, i suoi desideri. Le maestre sono chiave ma spesso cambieranno (almeno qui in California) e non tutte saranno eccellenti, l’impostazione e la filosofia della scuola è quella che conta, e il direttore/direttrice ricopre un ruolo fondamentale in questo. Molte mie compagne di corso raccontavano che non potevano cambiare la routine quotidiana e avevano un curriculum rigidamente imposto dall’alto. Insomma, la loro creatività e libertà era limitata. Quindi ecco un riassunto di quello che secondo me è utile capire prima di scegliere una scuola:
- Quanto voglio essere al corrente di quello che succede all’asilo: ci sono asili in cui alla fine della giornata di trovano report dettagliati sul bambino e altri che non dicono nulla. Magari sono un genitore che vuole sapere e avere il controllo, ecco questo un aspetto importante.
- Quanto voglio che il mio bambino stia all’aria aperta: in alcune scuole si mangia sempre fuori anche d’inverno o il curriculum è disegnato proprio completamente sull’outdoor e altri che limitano invece i momenti all’aria aperta a precisi momenti della giornata (in alcune scuole, su ispirazione di alcune del nord Europa i bambini trascorrono più tempo in giardino che in classe e il giardino è naturale senza costruzioni in plastica o altro, ne ho visitato per esempio uno bellissimo a Saratoga).
- Quanto voglio che mio figlio impari presto a leggere e a scrivere: alcune scuole iniziano fin dal secondo anno di materna con lettere e numeri per portare il bambino ad essere già un po’ pronto per il Kindergarten (che in America è la primina). Queste sono le scuole così dette academic style. Per esempio questo piace molto tipicamente agli asiatici perchè sono abituati a questa impostazione scolastica. Nella loro cultura bisogna imparare subito e presto, come mi raccontava la mia amica indiana. La scuola Montessori inizia abbastanza presto con i numeri e le lettere ma sempre utilizzando i materiali appositamente studiati da Maria Montessori per imparare gradualmente nel tempo a seconda dell’età.
- Quanto è importante per me la creatività: ci sono asili in cui gran parte del curriculum è basato sull’espressione artistica (come il Reggio Emilia) ma anche la scuola Steineriana punta molto a questo.
- Quanto mi interessa sviluppare l’indipendenza di mio figlio: ci sono metodi che prediligono questo aspetto, come il Montessori, in cui il bambino è visto come protagonista del proprio sviluppo scolastico.
- Quanto mi interessa l’attenzione allo sviluppo graduale: asili che seguono il metodo DAP sono molto legati alle teorie di Vigotzky, piccoli passi sempre più difficili senza forzare troppo il bambino ad arrivare dove non è ancora pronto.
- Quanto mi piace un curriculum ‘hands-on”: ci sono scuole che puntano molto sull’aspetto pratico, lo sporcarsi le mani, lo sperimentare quotidianamente in modo fisico, la grande attenzione per le fine e gross motor skills. Ovviamente sono così quelle che puntano molto alle lezioni all’aria aperta, quelle DAP e anche la scuola Steineriana. Ma anche la Montessori ha una gran parte di attività hands-on, tutte quelle che si chiamano di Practical Life, cioè legate alla cucina, le costruzioni, le misure.
- Quanto è importante per noi il gioco: ci sono asili che non seguono un metodo particolare ma semplicemente stressano molto l’importanza del gioco e attraverso il gioco costruiscono un curriculum in grado di insegnare al bambino come relazionarsi con gli altri ma anche la matematica, le scienze, il linguaggio (Play-based)
- Quanto è importante che mi coinvolgano nella vita scolastica di mio figlio: per esempio il metodo Reggio Emilia è basato sulla partecipazione delle famiglie, sul concetto di comunità. È nato proprio a Reggio Emilia con questo fine, la scuola come un’estensione della famiglia.
- Quanto mi interessa l’apertura culturale dell’asilo: ci sono scuole che fanno molta attenzione al concetto di ‘inclusione” sia per bambini problematici che per la diversità delle famiglie che partecipano. Per esempio asili molto innovativi curano con attenzione le fotografie appese, rappresentando famiglie di tutti i tipi (genitori dello stesso sesso, genitori single, genitori di tutte le razze, ma anche i vari tipi di lavori dei genitori).
- Quanto mi piace l’attenzione ai materiali utilizzati nel curriculum: il metodo Montessoriano e’ famoso per l’uso dei materiali, tutti in legno e un supporto fondamentale all’insegnamento. Nelle scuole DAP l’uso dei blocchi per esempio è fondamentale (per costruire e lasciar spazio alla creatività ma anche per imparare i concetti matematici) ma anche la divisione chiara per aree tematiche.
- Quanto mi interessa la presenza di aree tematiche nella struttura: questo lascia pensare a un curriculum ricco e completo. La scelta e l’organizzazione degli spazi in un asilo è fondamentale. Per esempio c’è l’area lettura, l’area make-believe (dove ci si può vestire come si vuole per esempio, interpretare la realtà), l’area del circle-time (momento di unione dei bambini), l’area gioco, l’area nanna, l’area pappa, etc. Le scuole DAP nascono con questa struttura per esempio.
- Quanto credo sia importante il ruolo della maestra: nelle scuole montessoriane la maestra deve più essere un supervisore che un insegnante. È una guida silenziosa ma presente, ma se questo mi dà fastidio allora cercherò scuole in cui il ruolo della maestra/maestro è più di primo piano. E comunque anche nelle scuole Montessori i bambini non sono abbandonati, sono seguiti molto ma lasciando più a loro l’iniziativa di seguire la loro curiosità (questo anche alle elementari).