Come porsi di fronte a capricci davvero tosti?
Dovrei essere la mamma più esperta del mondo in tema di capricci, dopo un primo figlio che li ha iniziati a 10 mesi e non ha più smesso, ma ancora mi ritrovo basita di fronte alle scene del mio secondogenito.
Mi chiedo se sia genetico o se abbia sbagliato sempre io qualcosa. E c’è chi dice che i capricci non esistono e che sono solo manifestazione di bisogni. Ne siamo proprio convinte? In questo caso forse si evitano perchè si fa tutto ciò che loro chiedono?
Non so, a me sembra che i bambini vogliano metterci alla prova e quelli più determinati lo fanno anche troppo bene.
Ciuffetto biondo ha compiuto due anni e ci fa impazzire. A tutto dice no, e per esempio stasera piange da un’ora perchè non vuole lavarsi le mani. Io gli ho detto che non gli dò il latte se non se le lava, ma lui non ha ceduto.
Non mi piacciono le minacce ma è sempre in opposizione dalla mattina alla sera. Vi assicuro che è molto stressante. Anche al supermercato è ormai quasi impossibile andare da soli perchè lui fa il pazzo, si mette a correre tra gli scaffali e sul passeggino non ci vuole più stare da tempo (sul carrello resiste ma solo un pò)
Che ne pensate?
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Cara Pipa, ho letto attentamente il tuo post e , come al solito, mi soffermo su delle parole chiave: “è sempre in opposizione” e “a tutto dice no”. Concordo in pieno con Flinki… il momento non è dei migliori, cambio totale di luoghi, abitudini, profumi, sapori, orari e chi più ne ha più ne metta…cambiamenti che non necessariamente devono implicare un significato negativo intendiamoci….Di certo emerge la necessità di ristabilire nuovi equilibri , basati sull’individuazione di ulteriori punti di riferimento. A parte l’età, che presuppone in genere la necessità di autoaffermazione, i capricci, come li definisci tu, hanno sempre fatto parte della vostra vita genitoriale. è stressante, lo so bene. A volte, per non dire spesso, ci si ritrova disorientati e incapaci di intraprendere una strada efficace per gestire una situazione davvero pesante, per noi genitori e per i nostri figli. Ma la tua domanda si concretizza nel “come porsi” di fronte ad atteggiamenti che disorientano e spingono a metterci perennemente in discussione….generalizzare non mi è mai piaciuto, specialmente quando si tratta di esseri umani. Potessi esserti accanto in quei momenti, farei di tutto per tranquillizzare te,dicendoti che capisco nel profondo l’imbarazzo e la difficoltà che provi in quei momenti. Il “capriccio”, anche se non amo definirlo così, (parlerei piuttosto di una modalità comportamentale appresa(frutto di successi pregressi sperimentati dal bambino in situazioni simili)messo in atto per attirare l’attenzione e soddisfare una necessità, richiede una modalità di risposta mirata a non rinforzarlo. Come? Bella domanda…sarei più precisa se fossi lì con voi naturalmente…ma tenterò di fornirti comunque una risposta. Non lavarsi le mani, non aspettare che il microonde riscaldi il latte, trasformare il momento della spesa in un inferno per anime tormentate, richiedono una buona dose di calma, determinazione e costanza. In sostanza tuo figlio deve sperimentare la non efficacia in termini di risultati ottenuti delle modalità che mette in atto nei diversi contesti. Il pianto, l’aggressività, l’impazienza non sono armi utili. Non devono esserlo. La mamma e il papà devono dimostrargli che le armi giuste per raggiungere obiettivi condivisi sono altre. Attraverso il dialogo, l’esempio, la GRATIFICAZIONE, la proposta di esperienze ludiche formative e gratificanti in grado di contribuire a rendere un comportamento adeguato piacevole per il bambino. è bene coinvolgere il bambino al supermercato, rendendo il suo contributo nella scelta dei prodotti da acquistare fondamentale e prezioso. Il tempo da attendere per riscaldare il latte si può rendere piacevole proponendo un gioco breve e divertente…ad esempio cercando in poco tempo il numero più alto di gesti che si possono fare solo con le mani….I suoi capricci non devono rappresentare un’occasione per ricordarti che non sei una brava madre…tu sei una madre, con i suoi dubbi e le sue certezze e nessuno al mondo ha il diritto di giudicarti. Sii per i tuoi figli una guida, anche attraverso un no che rimarrà no e che non si trasformerà mai in un forse o peggio in un si. Quando accadrà di nuovo pensami piccola piccola sulla tua spalla (magari! Vorrebbe dire che sono in America!) che ti sussurro :”Pipa, abbi fiducia in te, non cedere, raccogli le forze e sii per loro un punto di riferimento, anche attraverso una determinazione che potrebbe donarti inizialmente un sapore sgradevole”. I tuoi figli capiranno presto che le loro armi non sono utili ad attirare la tua attenzione. In bocca al lupo!
Cara Pipa, ci vuole spesso una SANTA PAZIENZA. Io sto sperimentando la fase dei 2 anni e mezzo, TRAGICI. Mio figlio che fino a un paio di mesi fa per un capriccio piangeva 5 minuti d’orologio, da quando siamo tornati dalle vacanze a fine luglio non si riesce più a gestire, piange, si dispera, urla come un forsennato, come se stesse subendo chissà qiali torture, sia in casa che fuori. Mi fa davvero vegognare, soprattutto in casa, perchè penso che i vicini o i dirimpettai (io abito in un centro storico dove i palazzi sono tutti attaccati) sentendolo sempre piangere possano pensare chissà cosa. Allora una parte di me vorrebbe essere più dura e non cedere ai suoi capricci, perchè so che così sto diventando come un cane che si morde la coda, ma dall’altra mi dico che è meglio farlo calmare, sia perchè mi fa tenerezza, sia per il discorso sui vicini. Insomma, c’è da stressarsi. Anche perchè non è materialmente possibile accontentarlo sempre. A ciò poi si aggiungono le nonne, in particolare mia mamma che è quella che lo vede tutti i giorni quando viene a trovarci, che dicono la solita frase “Non farlo piangere, piccolino” ed è così che la frittata è fatta. Cara Pipa, ti sostengo e ti capisco, a maggior ragione che i tuoi bimbi stanno vivendo un periodo un po’ destabilizzante. Pensa quanto sia stressante per te esserti trasferita, nuovo posto, nuova lingua, nuove amicizie, nuova casa (che poi è il posto che ci fa sentire più sicuri, protetti). Per i tuoi bimbi è tutto amplificato. Per loro l’inglese è una lingua del tutto nuova, e quindi maggiori difficoltà di rapportarsi persino con i loro coetanei. Per non parlare poi della casa, dov’è la loro cameretta, il loro lettino nel quale accucciarsi circondati dalle cose che hanno conosciuto da quando sono nati? è normale che il tuo Apo sia più nervoso e che abbia avuto una sorta di ritorno al passato di alcune abitudini, come per il pannolino. Dagli tempo. Ti sono vicina.
Hai mai provato con il time out? Io lo uso col piccolo, anche lui duenne, e secondo me funziona, adesso ha molta più pazienza e accetta molto di più le regole del buon vivere quotidiano…Gli dico perché si sta comportando male e lo metto sullo scalino nella stessa stanza dove siamo noi per 2 minuti, dopodiché gli chiedo se ha capito il perché del castigo e glielo rispiego, poi lui mi chiede scusa e io lo abbraccio dicendogli che èstato bravo a stare fermo. Secondo me se fatto nella giusta modalità funziona( col primo ho un po’ ‘pasticciatò), time out vuol dire fermare l’azione del bambino ma obbliga anche il genitore a fermarsi, per pensare e nn reagire d’istinto magari urlando o avendo reazioni esagerate…Certo, in principio nn ci starà seduto bu
io con il grande non ho questi gran problemi di capricci è piuttosto ubbidiente, ma quando mi fa storie per qualcosa gli dò l’alternativa assurda o che non gli piace. Per farti capire: quando deve soffiare il naso gli dico soffi il naso o prendo la pompetta(aspiratore) e lui subito soffia perchè la pompetta la odia. Invece la piccola è ancora piccola e di capricci ancora non ne fa. Spero assomigli a suo fratello!
Però pipa ti capisco è difficile, si perde la pazienza. Ma secondo me il tuo piccino è anche un po’ nervoso dalla situazione completamente nuova che sta vivendo…chi non lo sarebbe…??? un abbraccio
cara pipa, ogni mamma deve avere a che fare coi lati oscuri dei propri piccoli… questa primavera mio figlio, di poco più di due anni, per dievrsi emsi mi provocava in modo molto aggressivo, mordendomi ma non per cattiveria bensì per affermare il suo possesso su di me. sono riuscita a fargli passare questa cosa smettendo di arrabbiarmi (lui gongolava perchè mi aveva fatto perdere la pazienza) e prendendolo con dolcezza, spiegandogli ogni santissima volta che io sono sua, che non gli serve cannibalizzarmi per avermi perchè io sono e sempre sarò sua.
per i capricci, beh, ogni tanto anche il mio topastro salta su con scene che mi lasciano basita, ma con lui ho trovato la tattica giusta: sdrammatizzare. il che non vuol dire prenderlo in giro ma fargli vedere il lato buffo della cosa e spingerlo a ridere per approcciare la questione con un’altro sguardo. per il lavarsi, ad esempio: per un periodo urlava perchè non voleva farsi lavare la faccia. io mi sono inventata la mano ragno: mi bagnavo la mano poi con voce alterata e strabuzzando gli occhi muovevo le dita verso di lui dicendo “ecco la mano ragno!! uuuhh arrivaaa laaaa maaaanoooo raaaagnoo!!” e lui ridendo come un pazzo si faceva lavare 🙂
oppure un giorno che si è fatto prendere dalla crisi perchè dopo aver fatto la cacca non voleva farsi lavare, gli ho raccontato un episodio della storia a puntate che mi invento su un folletto suo omonimo (in cui palesemente si identifica) che era andato in giro con culetto sporco… e non solo i suoi amici stavano ben lontani epr la puzza, ma gli si erano appiccicati tutte le foglie, gli aghi di pino, la terra 🙂
si tratta di trovare la tattica giusta per il bambino in questione, col mio la sgridata mera è inutile perchè lui ha un carattere molto forte, per cui sono sì decisa e ferma (se gliela diamo vinta una volta abbiamo finito di vivere… sigh!) però cerco sempre di fare in modo che lui accetti e faccia suo l’ordine che gli viene dato, in modo che si senta adulto e responabile e non una marionetta in balia dell’adulto