E se picchia la mamma?

Due anni, quando è sul fasciatoio ha iniziato a prenderla come un gioco il dare i calci alla mamma. Di solito era bravo, al mio rimprovero smetteva e diceva “basta mamma” ma ultimamente mi sfida: in altre circostanze mi picchia con la manina quasi per vedere la mia reazione, io lo sgrido a toni alti, a volte ci mette un pò ma poi smette e preso dopo con calma alla domanda “si picchia la mamma” lui risponde no. Ma oggi il fatto: prima della nanna mi è arrivato un calcio in faccia mentre gli avevo appena detto di no. Io non ci ho più visto e dico “adesso fai la nanna da solo!” e me ne vado chiudendo la porta della camera. Marco che piange, io poco dopo torno e chiedo “si picchia la mamma?” e lui “sì”. Allora mi viene istintivo tornarmene fuori dalla stanza, stessa scena lui che piange io che torno e un altro “sì” alla mia domanda. Premetto che non me ne andrò più come punizione al suo picchiarmi, mi sembra di dirgli: se picchi la mamma lei non ti vuole più e forse per quello che lui mi dice che si picchia la mamma? Ma come posso fare per fargli capire che gli voglio bene e che non si deve fare?

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Anche la mia a volte lo fa (da quando va al nido, prima mai)….come fosse un gioco…..e io con molta calma (non sempre è facile, anche io a volte ho teso ad alzare la voce) le dico: no amore, fai male alla mamma, dammi invece un bacio e fammi una carezza….spesso lo fa…..poi magari mi ripicchia per gioco…ma non mollo….a volte glielo dico con tono un po’ più risoluto, ma mai chiuderlo in una stanza per punizione! cerca di parlare con lui, digli che ti fa male e che tu vorresti invece che ti desse un bacino o una carezza….e poi valuta un pò….lo fa per gioco o proprio per farti del male???

Aspettiamo anche risposte dei più esperti.

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cara mammafralla, concordo con le risposte delle altre. I bambini piccoli non hanno intenzionalità nel fare male! semmai nel vedere “cosa succede” in seguito a un comportamento.. Io sono contraria ai castighi, meglio parlare, senza alzare la voce: non serve e scatena soltanto aggressività.  Prendilo in braccio, coccolalo, abbraccialo, contienilo. Digli che quel modo di fare non ti piace (non “lui” ma appunto il comportamento), che senti male, ma senza colpevolizzare!

E digli che ti diverti di + quando fate delle cose allegre insieme..

Un abbraccio!

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Ti cito un articolo di “Famiglia Cristiana” (n° 41, pagina 126) in cui Alberto Pellai, medico psicoterapeuta, risponde a una mamma che ha un problema simile al tuo. I terribili due anni: quando un figlio spegne due candeline sulla torta, preparatevi al peggio. Forse, qualche mamma e papà ne hanno già viste di tutti i colori a partire dai 18 mesi, ma intorno ai due anni le cose cominciano davvero a farsi impegnative. I bambini sembrano animatida una strana volontà: fare l’esatto opposto di ciò che ci aspettiamo da loro e soprattutto di ciò che diciamo loro. Cominciamo proprio da questo punto: le parole hanno scarso valore quale strumento di disciplina. A due anni i bambini ne afferrano solo in minima parte il significato. Quindi, limitate il più possibile gli “spiegoni”. Ciò che serve per fermare la loro azione maldestra è un NO forte e deciso, mettersi in ginocchio, con i nostri occhi all’altezza dei loro occhi e brevi parole che contengono il messaggio da comunicare: Basta, Stop, Fermo, NO. Un altro modo che li aiuta molto è il fermarli fisicamente: potete circondare il loro corpo con un abbraccio fermo e deciso e dire che solo quando si saranno calmati allenterete la presa. Perché funzionano queste strategie? Perché spesso i capricci sono tentativi con cui un figlio di due anni prova a dimostrare che è in grado di “comandare” lui la nave. Sentire la forza di un genitore attraverso l’autorevolezza della sua voce, la serietà del suo sguardo, la potenza del suo abbraccio che “tiene e contiene” rimette tutti al proprio posto e permette a un figlio di capire chi dà le regole e chi le deve rispettare. […] Ci sono figli tiranni di genitori debolissimi che li provocano in tutte le maniere con l’inconscio desiderio che imparino a fare il loro mestiere. Detto questo, non esagerare con le regole. Come in tutte le cose, il troppo stroppia. […] Devo, però, aggiungere che io, da mamma, non sono proprio capacissima di seguire questi consigli. Si prova, sperando sempre di agire per il meglio, ma ogni tanto la pazienza scappa…

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Cara mammafralla, la tua reazione è stata spontanea, ne potevi avere di peggiori ti assicuro, però sei sempre molto brava a capire poi a mente fredda cosa può provare il tuo bambino. Io penso (da come hai descritto il fatto) che il tuo piccolo volesse vedere come avresti reagito al suo gesto di sfida al tuo no. in questi casi è molto importante non entrare nella tentazione di rispondere alla sfida, perchè in tal caso se ne potrebbero provocare delle altre. Credo che il modo di fare del bimbo di Babette sia diverso da quello di tuo figlio, sempre da come lo descrive. In ogni caso una cosa comune a tutti casi è sempre riuscire a far capire a nostro figlio che questa cosa che ha fatto è sbagliata perchè non può fare male ad un’altra persona (anche se è la mamma) facendogli però capire che in ogni caso noi gli vogliamo bene lo stesso. Per questo la reazione si deve giocare sui toni di voce e le parole più che sul piano fisico.

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ciao, anche il mio bimbo di 2 anni e mezzo mi dà i calci quando lo cambio, a volte quando lo contraddico mi picchia ma vedo che nel frattempo studia la mia reazione, se gli dico che mi fa male e fingo di piangere smette subito e mi accarezza. secondo me lo fa anche per testare quali sono i limiti consentiti di monelleria, e vi assicuro che è un vero birbantello!!

buona giornata a tutte le mamme

fra

fra8
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Io credo, come tutti i bimbi che fanno i dispetti, che voglia attirare la tua attenzione. Magari quando ti da i calcetti invece di metterlo in punizione, cerca di distrarlo. Il mio di 7 anni cerca di indispettirmi in tutti i modi (da sempre) e io gli rispondo facendogli il solletico e abbracciandolo. Capisco che quando fa così, vuole il contatto fisico, è sempre stato così fin da piccolo. Credo che questo bambino ti voglia veramente tanto bene e voglia attirare il più possibile la tua attenzione. Rispondi con l’amore alle sue provocazioni, a quest’età non capiscono ancora i “no”, oppure distrailo cercando di porre la sua attenzione su qualcos’altro tipo bubusettette che tu gli fai nascondendoti il viso. I bambini vogliono ridere e essere coccolati, e hanno ragione!