Quando iniziare ad educarli?
Mia figlia Marina, di 10 mesi, ultimamente fa spesso i capricci, se già si possono chiamare così a questa età. Esempio: quando siamo a tavola strilla fino a quando non le mettiamo davanti qualcosa da mangiare che lei butta immediatamente a terra e ricomincia a strillare per farsi ridare qualcosa. Se non le diamo retta inizia poi a piangere sconsolata. è già ora di farle capire che sbaglia? Come? O non sono capricci ma solo modi per attirare l’attenzione ed è ancora troppo presto per sgridarla perchè comunque non capirebbe?
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Ciao!
Io mi sentirei di dirti innanizutto che l’atteggiamento della tua bimba è perfettamente normale: guardalo anche come un modo di capire quali sono i confini entro cui può muoversi e le regole che deve rispettare.
Non è mai troppo presto per coinvolgere un bimbo nel proprio progetto educativo: vedrai che, anche quando è ancora presto per comprendere il significato delle parole, comprenderà comunque il senso del tuo discorso e lo farà suo.
Il mio consiglio da mamma è quello di capire quali sono le regole importanti per voi ed essere molto determinati nel farle seguire. Per esempio per una persona può essere importante che il bambino non tocchi gli oggetti di una determinata stanza, per un’altra che dorma nel suo lettino, per un’altra ancora che non urli e non sprechi il cibo. Ti dico questo per non fare la cosa opposta: non va sommersa di regole, alla sua età, ma coinvolta in quelle 4-5 regolette che per ora può capire, ma soprattutto rispettare.
Quando fa questi capricci sul seggiolone, cerca di capire innanzi tutto il motivo: magari è annoiata e non ne può più di stare seduta a tavola. Quando vedo che mia figlia diventa insofferente, di solito tendo a non insistere e la metto nel box: è impensabile che una bimba piccola possa stare seduta a tavola per più di un’ora, in questa fase.è piccola, ha bisogno di muoversi, e per lei il cibo non ha ancora quel significato di convivio che ha per noi: è semplicemente un carburante, e così deve essere. Sarebbe peggio se pensasse al cibo, alla sua età!
Se invece si tratta di capricci per ‘sfidarcì, allora io preferisco sempre parlare di sentimenti, e soprattutto interrompere il circolo delle urla (noi non urliamo, non ci piace farlo). Quindi con voce ferma e decisa, ma non arrabbiata, le dico: Mi dispiace, ma quando urli e ti agiti è impossibile per me capire cosa desideri. Adesso ti lascio il tempo di calmarti. Poi quando sarai calma potremo di nuovo parlare e se avrai bisogno di me, ti aiuterò.
Credimi, funziona. Perchè i bimbi capiscono il senso delle nostre parole. E capiscono anche i discorsi sui sentimenti. Se tu le dici: Io ti voglio bene, ma non mi piace quando urli e sprechi il cibo, è una cosa che mi fa dispiacere…. vedrai che capirà.
Certo, occorre perseveranza, determinazione, certe volte anche mediazione. Ma funziona. Ricorda che un bambino che fa i capricci ti sta chiedendo un limite, una regola e non lo fa mai nè per cattiveria, nè per farti dispetto.
in bocca al lupo!
Mia figlia, meno di due anni, ogni tanto si impunta sul cibo. Allontana il piatto e dice no. Oppure butta in terra. Per ora noi procediamo così: le lo fa per giocare le diciamo che si gioca dopo, se lo fa per protesta le diciamo che se non vuol mangiare va bene, le riavviciniamo un po’ il piatto (non tanto, lontano ma in modo che ci arrivi se vuole), e continuiamo a mangiare chiacchierando anche con lei. Mediamente, dopo un pochino, lei riprende il piatto mangia. Se non succede, le riproponiamo con calma quel cibo, se dice di no le proponiamo il cibo successivo. In ogni caso, la cena inizia con tutti a tavola, e finisce quando tutti hanno finito.
Gentile Signora,
lo sviluppo del bambino nei primi due anni di vita è particolarmente rapido; i continui cambiamenti avvengono a livello cognitivo, verbale, motorio e relazionale.
Lo sviluppo cognitivo procede attraverso una successione di stadi; l’intelligenza è essenzialmente pratica , si manifesta quindi nei comportamenti e nel modo di adattarsi all’ambiente.
Fin dai primi mesi di vita i bambini percepiscono i segnali provenienti dall’esterno e tutto ciò che li raggiunge li influenza a livello comportamentale.
Il livello di benessere del bambino può essere regolato dall’aiuto di una figura di riferimento o di un oggetto a rasserenarsi e a calmarsi.
Dunque il comportamento di Marina rappresenta sicuramente un capriccio che può essere contrastato con una maggiore determiniazione da parte vostra, in quanto a 10 mesi lo sviluppo mentale è tale da determinare una comprensione del messaggio verbale e comportamentale che l’adulto propone. Ciò che il bambino percepisce è il tono della voce e non il significato verbale del messaggio, per questo il tono deve essere fermo, sicuro non alterato. La fermezza educativa rappresenta un mezzo per riuscire a modificare in positivo il tipo di comportamento oppositivo da lei descritto; la riconsegna dell’oggetto va ad incrementare il capriccio, sta a voi quindi porvi nella posizione in cui la bambina non si senta assecondata bensì contrastata nel suo atteggiamento. Mi sentirei di proporre comunque una riflessione che sposti l’attenzione dal comportamento di Marina a quello dei genitori. Se è vero che il comportamento di Marina scatena in voi rabbia, preoccupazione, senso di impotenza e frustrazione è altresì vero che qualche comunicazione, atteggiamento o messaggio scatena in Marina, rabbia, frustrazione o senso di impotenza.
Il mio scopo non è quello di colpevolizzare i genitori, ma di dare un senso di circolarità, stabilendone infatti la direzione, alla relazione genitore-bambino.
Io ho 3 figli e ognuno dei tre ha iniziato a fare i capricci in momenti diversi. La prima ha cominciato a due anni per esempio, mentre il secondo già a 11 mesi faceva come la tua. Alle volte i pianti dopo il nostro no duravano anche 2 o 3 ore senza sosta e noi sfiniti gli davamo quello che voleva sia che fosse giorno o notte. Con il terzo (in effetti siamo stati un po’ lenti 🙂 ) siamo stati più forti. Fin dal primo capriccio siamo stati dura e non gli abbiamo dato vinta nessuna battaglia. Se il bambino ne vince anche solo una, ne farà mille altre. Se otterrà una cosa anche dopo due ore di pianto, la volta dopo piangerà anche più di due ore per ottenerla sapendo di vincere comunque. Il genitore dovrebbe resistere, ma è veramente dura. Io non sono per le urla o i castighi con i bimbi così piccoli, nè per le ricompense sbagliate (tipo se fai questo puoi mangiare la caramella). Bisogna essere fermi nel dire no e nel far vedere che non si cede, questo dà più sicurezza al bambino. Il bambino che fa i capricci infiniti soffre perchè sente che non si può fidare dei genitori nel loro ruolo di guida. Loro ci sfidano e noi dobbiamo essere delle rocce. Con alcuni bambini è più facile con altri meno, dipende dal carattere. Con quelli più forti le sgridate “urlate” creano solo opposizione, quindi fermezza sì ma non violenta.Alcune volte funziona anche la tecnica dello sviamento verso un altro interesse, ma per esempio con il mio secondo neanche questo funzionava. Solo verso i 3 anni ha iniziato ad essere più ragionevole.Tu prova per un po’ a non assecondarla, se butta giù il cibo non le dare più niente, lasciala piangere e consolala ogni tanto ma senza darle quello che vuole. Così non si sentirà abbandonata ma imparerà a riconoscere la tua autorevolezza. Concludendo, secondo me sono proprio capricci anche se è ancora piccolina.