Lettera aperta a mia figlia
Voglio condividere con tutte voi un momento di debolezza, di riflessione, di autocritica…ho scritto questa lettera aperta a mia figlia per trovare sollievo in un momento terribile, dove lo sconforto e il senso di inadeguatezza dettavano le parole. Mi ha aiutata.
Provo un enorme senso di pesantezza interiore, soffocata da un malessere che mi sta accompagnando sempre più in basso, nel profondo del buio. La mia bambina sta attraversando un momento di particolare difficoltà, la osservo, e ciò che vedo è un’enorme fragilità, senso di disorientamento, paura e tanto bisogno di rassicurazioni: non so davvero cosa fare … è buffo, io che suggerisco agli altri utili strategie per affrontare le difficoltà più diverse ed ora mi trovo persa, senza ancore di salvezza. Decido di scrivere per alleggerire il mio stato d’animo, per cercare aiuto da me stessa. Le emozioni che governano il mio animo sono le più diverse, legate al fallimento, al sentirmi inadeguata, alla sconfitta e alla delusione per come sto vivendo negli ultimi tempi. Ho dedicato anima e corpo alla mia famiglia, alla mia piccola, ho trascorso con lei momenti difficili ma anche meravigliosi, ho sempre cercato di fare attenzione alle sue esigenze emotive, le ho proposto nel corso degli anni tante opportunità di crescita e stimoli interessanti per stuzzicare la sua voglia di crescere e di conoscere … ma ora, ora è come se tutto mi stesse scivolando via tra le mani, è come se tutto ciò che abbiamo vissuto fin’ora l’abbia vissuto da sola, o forse era quello che volevo io e non volevamo in due. Ho sbagliato, certo, avrei potuto fare meglio o diversamente: ma quale mamma non ha provato almeno una volta nella vita quel senso di fallimento e sconfitta che vogliamo o possiamo leggere negli occhi del nostro bambino? Che stanchezza … sono stanca, stanca e vorrei fuggire, andar via, ma so anche che sarebbe il modo migliore per stare peggio, perché soffrirei della lontananza dalle uniche persone importanti del mio essere: mio marito e mia figlia. Quando mi son sentita dire da una maestra: “fatela divertire!” è come se mi avessero trafitto il cuore con una lama profonda, quella della superficialità. Io, io che ho vissuto per farla ridere e osservare il fiato corto della stanchezza per aver osato troppo, per aver riso troppo, per aver trascorso ore a giocare nei modi più diversi: ma no, ho anche sbagliato, le sono stata troppo addosso, l’ho stressata, le ho fatto notare le mie paure con tensione e preoccupazione, le ho trasmesso il mio modo di essere, le mie inadeguatezze. Ma se ho commesso tutto questo non l’ho fatto con coscienza ma forse perché era l’unico modo che conoscevo per volerle bene, l’unico che ho sperimentato su me stessa e l’unico che il mio modo di essere ha saputo dettarmi. Per questo non c’è sconto di pena, lei mi sta facendo vedere dove ho sbagliato e non faccio altro che pensare a come migliorare, a ciò che devo evitare, ma ogni volta, forse non proprio ogni volta, ci ricado, nei medesimi e pessimi errori. Ed ora mi ritrovo qui, a chiedere scusa a lei, a me stessa per non concedermi perdono, stretta nella morsa del senso di colpa, cercando di scalfire il macigno che preme sul mio animo accorgendomi anche del mio modo di essere indifesa nei confronti della natura dell’uomo e del modo di essere dell’altro, un altro che ha incrociato la mia vita e quella della mia famiglia, un altro che si lascia governare dall’indifferenza dei gesti e da regole goffe e dilanianti, un altro che concede sguardi distratti e che si confronta con i bambini come con degli animaletti da addestrare e plasmare alla perfezione.. Quando finirà? Spero che tutto torni a splendere come una volta, dopo un temporale torna sempre il sereno, e voglio credere che sia così, voglio sperare immaginando la felicità di mia figlia, una felicità solo sua, che avrà avuto modo di raggiungere anche attraverso questi momenti bui, momenti che avrei tanta voglia di tenere solo per me. Mi dispiace tesoro mio, ma non ho saputo fare di meglio, anche la mamma può sbagliare: l’unica cosa che davvero faccio fatica ad accettare è che il destinatario dei miei errori sia tu! Ti amo, come solo una madre può amare suo figlio e come solo un figlio può amare sua madre.
Mamma