A proposito di sculaccioni…
I bambini richiedono un forte impegno e una grande dedizione che, in alcuni momenti, i genitori possono riuscire a non sopportare. Altre volte sono i comportamenti del bambino come il pianto insistente, l’irregolarità dei ritmi veglia-sonno e dell’alimentazione, il movimento eccessivo, i persistenti atteggiamenti oppositivi del bambino che possono non essere tollerati dai genitori e provocare delle reazioni violente. Il 90% delle famiglie italiane picchia, punisce, denigra, strattona, svaluta i propri figli (C. D’ambrosio, Psicologia delle punizioni fisiche, Edizioni Erickson). Esiste la tendenza a gestire la rabbia attraverso azioni e parole violente. Quando si è arrabbiati si può dire tutto … gli adulti urlano, facendo spaventare i bambini, e dicono loro frasi violente come: “Maledetto il giorno in cui sei nato”; “Non sei buono a nulla”; “Sei proprio un cretino” ecc. Ma nel frattempo cosa accade nella mente e nel cuore di un bambino che subisce un maltrattamento fisico o verbale? Il bambino interiorizza un’immagine negativa di sé, sente di non valere nulla e arriva a pensare di aver meritato i maltrattamenti o di essere nato così: carente, insufficiente, incapace. In ogni caso avrà un bisogno spasmodico di essere amato, vivrà la difficoltà a mantenere un buon equilibrio interiore e la sua autostima sarà avvelenata. Ma allora che fare? Riflettere sull’inefficacia di tali modelli “diseducativi” può aiutare a prendere coscienza della necessità di modificare il proprio modo di gestire i momenti critici. Di fronte ad urla, parolacce, aggressioni fisiche, atteggiamenti oppositivi da parte di vostro figlio, cercate di mantenere la calma, vi sta comunicando un messaggio ben preciso (vuole la vostra attenzione) e reagire allo stesso modo vuol dire rinforzare negativamente quel comportamento. Piuttosto rimanete in silenzio, si calmerà. Trascorrete del tempo con i bambini, chiedete il loro parere, coinvolgeteli nei vostri impegni domestici e quotidiani, raccontategli la vostra giornata lavorativa o domestica, gratificateli quando commettono azioni meritevoli e sottolineate il tipo di emozione che suscita un’azione inadeguata nel cuore di un’altra persona (paura, rabbia, gioia, tristezza). Accoglieteli. Non permettete alla quotidianità di inondare il vostro spazio genitoriale. Se i bambini non ci ascoltano dovremmo domandarci il perché, forse abbiamo sbagliato qualcosa? (Marcella Ciapetti, Pedagogista clinica)