Curiosità: i passeggini che fanno la felicità!

La scelta del passeggino è sempre un momento importante: il passeggino è un accessorio che ci accompagnerà per molto tempo nella crescita del nostro bambino, deve essere comodo per lui e per noi, agile, richiudibile, trasportabile, ecc. ecc. O almeno così avevo pensato fino a poche ore fa, ossia fino a quando mi sono imbattuta in una ricerca condotta al di là della Manica. Lo studio è stato pubblicato un anno fa dalla National Literacy Trust ed è stato svolto da una psicologa scozzese della Dundee University su ben 2722 bambini (e altrettanti genitori).  La dott.ssa Zeedyc ci rivela così, tra il lusco e il brusco, il seguente dato sconvolgente: l’orientamento del seggiolino è determinante per lo sviluppo cognitivo del bambino e per la sua serenità.è comune pensare che il piccolo passeggero ami guardarsi intorno e vedere dove sta andando, anzichè andare all’indietro.. A chi d’altronde,  per esempio in treno, non piace guardare il paesaggio che ci viene incontro, anziché quello già passato e da dove veniamo? è sempre il nuovo che ci attrae… Ma in passeggino questo approccio non vale! Venire esposti al mondo in modo così sfrontato, può addirittura provocare uno stress eccessivo nei bambini, in quanto isolati e privati della relazione col genitore, col rischio di sviluppare durante il proprio sviluppo problemi di linguaggio e disturbi a livello emotivo. Argh! I bambini che passeggiano rivolti al genitore, invece,  sono quelli che ridono di più, dormono di più e imparano di più. La psicologa scozzese ha poi condotto un esperimento su un campione ridotto, ma comunque significativo soprattutto per i risultati ottenuti, di 20 bambini (con rispettivo genitore). Ha fatto percorrere loro un miglio, di cui metà faccia a faccia al genitore e metà rivolti verso il senso di marcia. Ebbene, nel tratto faccia a faccia la frequenza cardiaca nel bambino era leggermente inferiore, le probabilità di addormentamento erano due volte superiori e il 50% dei bambini rideva durante questo tratto. Nell’altro tratto di strada ha riso soltanto un bambino. Dico u-n-o!“L’interazione coi genitori – spiega la Zeedyc – è fondamentale nello sviluppo cognitivo dei piccoli. Se essi trascorrono molto tempo in un passeggino che mina le loro capacità di comunicare con i genitori, in un’età in cui il cervello si sta sviluppando a una velocità eccezionale rispetto a tutto il resto della loro esistenza, allora tale situazione ha un impatto negativo sulla loro crescita. I bambini stressati diventano adulti ansiosi”. Mi sembra uno spunto di riflessione interessante.A me effettivamente hanno sempre fatto un po’ impressione i marsupi col bambino rivolto all’esterno. Mi sembra che il piccolo sia troppo esposto al mondo senza il filtro protettivo dello sguardo del genitore. Come davanti a un grande schermo che spara immagini senza possibilità di sottrarsi o di rifugiarsi in un’espressione rassicurante dell’adulto.

Mi domando a questo punto però se anche intorno al discorso passeggino non si rischi una violazione del principio di pari opportunità.. Mi spiego meglio. Perché mio figlio cresca più sereno, più recettivo nell’apprendimento e più rilassato devo procurarmi un passeggino che mi permetta di tenerlo rivolto verso di me. I costi di tale aggeggi (leggi: astronavi) sono esorbitanti rispetto ai passeggini dei comuni mortali. Per non parlare delle dimensioni del bagagliaio necessario per trasportarli (leggi: obbligatorio avere un SUV o giù di lì..). Insomma, è forse vero quindi che la ricchezza fa la serenità?? Vogliamo passeggini-rassicuranti-dimediedimensioni-low cost per tutti..;-))E voi come li pascolate i vostri pargoli?

(fonte The Guardian 21 novembre 2008)