Dalla silicon valley: il dott. leonard sax parla di maschi e femmine, teenager.
Ci sono giorni in cui mi sento estremamente fortunata per il fatto di vivere qui. E ieri era uno di questi giorni.
La scuola di Apo è abbonata a una serie di conferenze su temi pedagogici in cui sono invitati a parlare dei veri e propri Guru nell’ambito della pedagogia e psicologia dell’età evolutiva.
In questo secondo incontro a cui ho partecipato (il primo era questo) lo speaker era il Dott. Leonard Sax (www.leonardsax.com), uno psicologo che è diventato un’autorità riguardo al tema delle differenze di sesso (mi piace sempre di più detto in inglese “gender differences”). Il titolo della conferenza era infatti “Yes! Gender matters“.
Lo studio delle differenze di sesso è una scienza emergente. il Dott. Sax è un forte sostenitore che maschi e femmine abbiano differenze innate e che dobbiamo noi cambiare l’ambiente in modo che queste peculiarità non siano una limitazione. Di questo parla ampiamente nel suo libro “Why gender matters”. Mi trova perfettamente d’accordo! Per molti anni la donna ha cercato di essere come l’ uomo, invece dovrebbe puntare a valorizzare meglio le sue differenze pur condividendo con l’uomo le stesse opportunità.
Ieri la conferenza era incentrata sugli ultimi due sui libri, “Boys adrift” e “Girls on the edge”.
Il Dott. Sax ha iniziato a parlare delle adolescenti femmine e dentro di me dicevo, che fortuna che ho due maschi, posso proprio tirare un sospiro di sollievo. A un certo punto però ha deviato il discorso sui ragazzini e da lì in poi il pensiero è stato: fare il genitore è il lavoro più difficile di tutti sia che si abbia a che fare con un maschio che con una femmina. E lo è soprattutto oggi, in un mondo per certi versi migliore rispetto a 50 anni fa ma per altri molto più insidioso.
Ed ora cerco di raccontarvi meglio quello che mi è rimasto di questa conferenza bellissima che mi ha fatto riflettere anche molto su me stessa, mamma e non solo. Il mondo di cui si è parlato è ovviamente quello americano. Ma dato che loro sono sempre almeno 10 anni avanti a noi, credo sia importante ascoltare e leggere le loro riflessioni per non commettere gli stessi errori a ruota.
Inizierò come lui dall’analisi delle FEMMINE ADOLESCENTI.
Oggi le ragazzine vivono e conoscono l’ANSIA. Sono molto più ansiose di 50 anni fa. Lo dicono studi longitudinali molto approfonditi fatti nelle scuole americane. E qui queste cose le fanno davvero.
Oggi nei telefilm le ragazzine di riferimento delle adolescenti sono quasi sempre insicure, frustrate, con difficoltà a dormire, ossessionate dalla propria immagine estetica.
Secondo Sax, è vero che oggi la donna ha più potere decisionale e non è più così succube dell’uomo ma si trova ad affrontare nuove difficoltà. Per esempio i social network. Non possiamo far finta che non esista Facebook. è il luogo di comunicazione più utilizzato dai ragazzini oggi, e i genitori questo devono capirlo. Non devono demonizzarlo o proibirlo a priori ma devono insegnare ai propri figli come devono approcciarsi a questo mezzo, non possono abbandonarli a loro stessi a navigare senza alcun controllo.
Qui in America, già dalla quinta elementare la metà dei BAMBINI sono su Facebook. Vi rendete conto?
QUAL è IL PROBLEMA DI FACEBOOK?
1) Si è perso il piacere di scrivere un diario PRIVATO. Con Facebook la privacy è annullata completamente e spesso i ragazzi se lo dimenticano. Cosa vuol dire scrivere un diario privato? Vuol dire RIFLETTERE SU SE STESSI, CAPIRE QUELLO CHE SI VUOLE DIVENTARE, LEGGERE DENTRO DI Sè SENZA INTERFERENZE. Oggi molti adulti già soffrono di questa mancanza di lavoro su stessi e si ritrovano in ruoli che non amano, infelici perchè non sanno quello che vogliono. Questa cosa mi ha profondamente colpito. Credo che proprio questi siano i passi da fare per maturare a quell’età. Solo l’introspezione e la profonda conoscenza dei propri desideri e delle proprie capacità può portare quell’autostima e sicurezza che permette di superare le difficoltà della vita e di essere felice guardando alle cose davvero importanti.
2) Ci si focalizza sull’IMMAGINE. Le ragazzine su Facebook postano le proprie foto in tutte le salse, e l’obiettivo è dare di loro un’immagine sempre “cool”, felice, sorridente, divertente. I maschi sono più genuini (o forse meno cervellotici), per cui a una partita di football loro postano la foto del giocatore, mentre la femmina posta la foto di lei che ride con la partita sullo sfondo. Le femmine credono e invidiano di più.
3) Facebook costruisce un BRAND di se stessi. E questo rischia di far cadere un VALORE importante: L’AUTENCITA‘.
Non che ai nostri tempi non fosse importante l’essere accettati dal gruppo! Da sempre, credo, l’adolescente vive un problema di posizionamento o cerca di essere “figo” a tutti i costi, ma oggi la tecnologia ha esasperato questo puntare all’apparire piuttosto che all’essere, perchè le foto sono pervasive e facebook allarga il “gruppo di riferimento” dei ragazzi. Avere più “amici” diventa quasi una gara ormai.
E gli studi hanno confermato il timore per tutto questo. Puntare al “PERFORMING” piuttosto che al “LIVING” crea un esercito di adolescenti depressi e disconnessi. PERFORMARE, contro VIVERE. Attenzione al risultato piuttosto che spontanea realizzazione di se stessi.
In questo per fortuna i maschi rischiano meno, perchè loro riescono ad essere più autentici e più sinceri anche nella comunicazione virtuale.
E dov’e l’adulto? Chi dice a questi ragazzini che la vita non è fatta solo di sorrisi, bellezza e successi? Chi spiega loro che la sofferenza è parte del nostro cammino così come la morte? Molto spesso nessuno lo fa, perchè l’adulto è assente, lui stesso preso dal suo lavoro, i suoi problemi, o semplicemente preoccupato che le sue parole ed azioni facciano del male ai figli, protetti a tal punto da diventare insicuri e tristi.
E quando si raggiunge il punto di non ritorno bisogna agire. Di fronte a ragazzine che dormono poco, vanno male a scuola e sono tristi bisogna partire da piccoli, semplici passi:
togliere ogni device dalla loro camera
staccare la rete in tutta la casa di notte
apprezzare scuole che non usano tecnologia a scuola, per esempio l’ipad, così intuitivo che anche i piccoli lo sanno già usare. A scuola bisogna imparare a parlare, ad esprimersi, non a mandare messaggi testuali!
insegnare ai propri figli che nel mondo virtuale non bisogna per forza essere divertenti, carini, simpatici, bisogna essere semplicemente se stessi.
spiegare che la comunicazione virtuale non è reale, si perde le espressioni, trascura il tono della voce, spesso non è chiara e porta a incomprensioni anche gravi. La comunicazione non è una competenza innata va insegnata.
insegnare ai ragazzi a gestire bene il proprio tempo, e dar loro regole sulla quantità di tempo passato su internet (lui consiglia anche SW come NetNanny, Webroot, CyberPatrol).
essere su facebook come i nostri figli e diventare loro amici.
E l’altro grosso problema per le ragazzine è il cosiddetto “sexting”, non invio di foto proibite dalla legge ma invio di foto allusive ad altri ragazzi, purtroppo non regolate da alcuna direttiva. Anche qui SW come Watchdog possono servire a controllare le foto che i figli mandano dal cellulare. Instagram e Snapshot sono un grosso problema perchè istigano una comunicazione basata sulle immagini in cui l’apparenza diventa il primo valore. E oltretutto per le ragazzine è anche pericoloso. Quelle che si avvicinano al sesso prima, per esempio, sono più a rischio depressione.
è vero che gli Americani hanno un po’ la mania del “controllo”, e a molti di noi italiani questo non piace, ma bisogna anche capirli. Si sono resi conto che la situazione è già scappata di mano e che ora l’unica soluzione è correre ai ripari. In generale, comunque, il genitore deve essere consapevole che il suo lavoro consiste anche in questo: dare le regole e non essere permissivo solo per paura di far soffrire il proprio figlio. I ragazzi hanno bisogno di fermezza e solo così sentono che i loro genitori ci tengono davvero a loro.
E ora parliamo dei MASCHI, per i quali comunque valgono molti dei rimedi proposti sopra.
I ragazzini oggi sono oggi a rischio distrazione e demotivazione a causa dei videogiochi. Ne abbiamo parlato molto anche qui su WhyMum. Oggi in media i maschi giocano 13 ore a settimana ai videogiochi. E il problema vero è che sono videogiochi non adatti a loro. Call Of Duty ha venduto 1 miliardo di copie in America ed è famosissimo tra i ragazzini anche piccoli.
Sono da evitare più di 6 ore a settimana di videogiochi, non più di 40 minuti durante i giorni di scuola e 1 ora nel we. Inoltre se il ragazzino è proprio “addicted” non vale la formula della riduzione di orario, bisogna proprio toglierli completamente.
I ragazzini che giocano troppo si isolano e vivono di immaginazione. Inoltre alcuni giochi invertono i valori (tipo è cosa buona uccidere i poliziotti).
Il Dott. Sax non è contrario ai videogiochi, anzi sostiene che hanno un grande potenziale, tutto sta in come si fanno e si scelgono.
Interessante anche l’accenno ai problemi sessuali di oggi. I maschi hanno un livello di testosterone più basso della metà rispetto a 50 anni fa. Secondo lui la causa sono le bottiglie di plastica usate per le nostre bevande ma anche questo isolamento immaginativo e l’aumento della fruizione della pornografia. Le ragazzine si sviluppano molto prima ora, prima dei 10 anni (!), mentre i maschi maturano estremamente dopo. Sono due universi paralleli per molti anni e questo non aiuta.
Come al solito non bisogna per forza essere allarmisti, ma questi problemi esistono, soprattutto in un paese come gli Stati Uniti così vasto e variegato. Credo che questi spunti servano molto non per angosciarci ma per prepararci e ricordarci che dobbiamo essere presenti per i nostri figli, l’amore non basta.
Il nostro ruolo educativo oggi è ancora più importante!