Dalla silicon valley: in giro con un bimbo piccolo

Ieri siamo andati a una International Fair (festa che celebra tutti i numerosi paesi di provenienza dei bambini della scuola) nella scuola elementare di mio figlio grande. Noi abbiamo portato due vassoi di insalata caprese, pomodoro e mozzarella (mi sono rifiutata di metterci sopra la vinaigrette come suggerito da una mamma della scuola), una bandiera, l’immagine dello stivale e un cartellone con le foto dei posti più belli dell’italia. Ero da sola con i miei tre figli e così riflettevo su cosa vuol dire andare in giro con un bimbo piccolo intorno all’anno di vita qui e in Italia.

Vi ricordate quando eravate incinte? Non c’era giornata in cui qualcuno non mi fermasse per toccare la pancia, o farmi i complimenti per quanto era rotonda o grande (soprattutto alla fine). Poteva accadere nel bagno di un bar, in strada, a scuola o in un parco. Una volta quando ero quasi a termine, qui in America, mi hanno perfino fatto un applauso entrando in un ristorante!. Gli Americani sono molto più plateali ed entusiasti di fronte a un pancione, mi hanno sempre fatto sentire speciale (la mia pancia in effetti lo era tanto era grande). Poi partorisci e vai in giro con una piccola creatura in un car seat o in una carrozzina e di nuovo l’attenzione è tutta per te e per lui. “So tiny!, So cute! Beautiful bright eyes!”, le principali espressioni della gente per strada. E quando quel piccolo esserino inizia a sfoderare i suoi sorrisi intorno ai due mesi la gente va in delirio, e così in un ristorante vedi cameriere o camerieri fermarsi di fronte a lui per ore in cerca di un sorriso e andarsene soddisfatti una volta ottenuto.

Ed eccomi ancora in giro con un bimbo di un anno. Ieri eravamo in questo grande cortile della scuola. Baby Luca lo percorreva in lungo e in largo con me e ciuffetto biondo al seguito (Apo era nel suo regno e presentava orgoglioso il suo fratellino ad amici e insegnanti). Il divertimento principale era dirigersi veloce verso la porta d’ingresso con l’intento di andarsene (dove non si sa, l’importante era scappare e senza voltarsi mai indietro) oppure osservare estasiato il cartellone del tavolo Danese o tentare di infilare cose in un grande contenitore di ghiaccio che serviva per le bibite.

Di solito il bimbo piccolo suscita l’interesse delle bambine. Appena entro a scuola se ne avvicinano almeno dieci, e mi fanno mille domande su di lui, mi chiedono se possono averlo sulle ginocchia per un po’ (come se lui ci stesse!). Ma anche alcuni bambini maschi si mostrano molto curiosi e di solito tentano di farlo arrampicare o gli tirano la palla. C’è anche il bambino che lo guarda strano, un po’ intimorito. Ieri, per esempio, baby luca si è diretto determinato verso un pallone da calcio che un bimbo teneva in mano mentre guardava lo spettacolo. Ecco, lui se l’è tenuto ben stretto, un po’ infastidito dall’insistenza di Luca.

Poi c’è l’adulto che ti chiede l’età e commenta quanto sia precoce, c’è quello che si piega e si mette al suo livello e lo guarda con aria innamorata. Baby Luca si faceva largo tra la folla e si fermava di fronte a volti nuovi con sguardo fisso e intenzioni sconosciute. Alcuni tendevano la mano sorridendo compaciuti, alcuni sembravano un po’ imbarazzati e prendevano spazio (sarà per la bava dovuta a denti e alla foga di mangiare tutto il pane presente alla festa?). Curioso l’effetto che fa un piccolo terremotino di un anno.

Ricordo in Italia sguardi di compassione o addirittura interventi educativi di signore anziane, e non solo, di fronte a momenti di capriccio e ribellione dei miei figli piccolissimi che urlavano nel passeggino. Qui devi solo stare attenta a mostrarti sempre pacata e controllata (potrebbero arrestarti anche solo per una sberlotta al bambino), quindi mi è capitato alle volte di chiudermi in macchina col bambino di turno (sempre però di solito quello di mezzo) a lanciare qualche urlata, perchè quando ci vuole ci vuole anche se qui prevale la cultura del “dialogo” e della “pacatezza” (che condivido in pieno), per lo meno in pubblico.

Baby Luca ha le idee chiare e forse questo piace ma anche intimorisce, lui comunque continua a crescere e ad esplorare il mondo, questo è l’importante.