Dalla silicon valley: racconti di scuola di un cinquenne

Ieri sera a cena. Si inizia a parlare di come è andata a scuola.
“Mamma sai quanto fa 2 e 3?”.
“Bella domanda! dimmi tu tesoro”.
“5! E 2 e 4? 6!”.
E così via fino al numero con l’1 e il 2 vicini come dice lui (cioè il 12).
“Bravo piccolo, come ha fatto a farlo?”
“Perché io learn mamma! E ora devo raccontarti la bad part“.
Ecco dopo dieci minuti di alta conversazione sulle somme e i suoi amati numeri si passa a tutt’altro.
“Mi hanno rubato la matita oggi”.
“Chi è stato?”
“Un bambino, non mi ricordo il nome. Ha anche lui 5 anni. L’ha presa e l’ha messa nel suo butt” (butt è il modo colloquiale per i bambini di dire sederino).
“Cosa? Nel sedere?”
“Sì si è tolto i suoi pants e l’ha messa nel suo butt“.
Cerco di rimanere seria.”Ma l’hai detto allla maestra?”
“Sì ma lui ha detto che era uno scherzo e non mi ha ridato la matita”.
“Insomma questa matita l’ha messa o no nel sederino?”
“Si mamma lui ha detto così quindi è vero. E adesso io non posso scrivere sul mio journal“.
Fratello più grande bacchettone: “Mamma devi subito parlare domani alla teacher.”
Padre immerso in una fragorosa risata. Io perplessa e divertita. Dopo la domenica ad assistere alla seppur breve gara di rutti del mio primogenito novenne con i suoi amici non mi stupisco più di nulla.