Dalla silicon valley: santi maestri!


Alle volte penso che i maestri d’asilo debbano avere una pazienza infinita.

La scuola materna in cui va ora ciuffetto biondo è gestita da indiani, che secondo me hanno per natura una calma interiore invidiabile.

Ogni volta che entriamo, che sia alla mattina o alle cinque dopo un’intera giornata, i maestri sono sempre impassibili e sereni a gestire pianti, cadute, richieste di un esercito di nanerottoli che vanno dai 2 ai 5 anni.

Ciuffetto biondo continua le sue lotte forse per metterci alla prova, per vedere fin dove può spingersi con i suoi ormai stanchi genitori, o forse semplicemente per crescere.

E così il conflitto inizia alla mattina presto, magari sbagli la scelta di una maglietta, o non metti il muffin sul piatto giusto, o suo fratello occupa il suo posto sul divano, o il papà gli dice una cosa che l’offende.

Il biondino va in tilt e tutti i programmi saltano. Poi anche solo finire di mettere un pantalone o andare in macchina diventa un vero incubo per tutti, primogenito compreso che deve sempre assistere a urla e tentativi di far ragionare il suo piccolo fratello.

Il pomeriggio fuori da scuola decide che non vuol tornare a casa e quindi si siede per terra e per muoverlo bisogna lottare contro i suoi calci e cercare di metterlo in macchina di forza, tentativo che spesso non funziona se non si è in due.

Mi chiedo spesso perchè accada tutto questo, con Apo i motivi li abbiamo scovati, la chiave l’abbiamo trovata alla fine e il dialogo con lui è sempre stata una strada percorribile. Ci abbiamo messo molto tempo a superare le sue resistenze ma alla fine siamo sulla buona strada.

Certo l’età vuol dire molto, ma ciuffetto biondo, oltre ad essere anche lui estremamente “spirited” è anche irragionevole e persistente nel suo comportamento oppositivo.

Il suo maestro l’ha definito un bambino dalla personalità molto forte, lui vuole decidere tempi e modi su ogni cosa. è l’unico in classe che non fa ginnastica, non ha ancora deciso che va bene per lui si vede. Ci ha messo un mese a decidere di mangiare a scuola a pranzo, aspettava sempre che arrivassi io per poi divorarsi il lunch box (che è il pranzo che gli preparo tutti i giorni) in macchina.

Ma mi è piaciuto quello che mi ha detto il maestro. Bisogna valorizzare questo suo carattere, renderlo un valore, non cambiarlo. Bisogna metterlo nella situazione di correre più rischi, di affrontare più transizioni per imparare a viverle meglio. Certo ha cambiato asilo per la terza volta, è immerso in una realtà bilingue che non gli permette di esprimersi al meglio pur avendo tre anni, però le idee chiare le ha, eccome, e forse sarebbe stato così anche in Italia.

Forse qui non c’è nulla da scovare, nessun dramma da risolvere, solo un temperamento da capire e imparare a gestire al meglio, per godere dei suoi meravigliosi sorrisi e vivere con lucidità le sue crisi esplosive. Non sempre è facile avere la forza e la voglia, ma è proprio in questi primi anni che si definisce la persona e lui ha bisogno del nostro aiuto per diventare la persona amabile e decisa che si intravede in lui.

Quanto è difficile fare il genitore!