Dalla silicon valley: una conferenza su: ‘depression, resistance, stress management, and emotional resilience – helping your child from kindergarten through 8th grade build strong emotional skills’

Guest speaker: Melody Matthews Lowman

Sono andata recentemente a questa conferenza perchè in Silicon Valley solo nell’ultimo mese si sono suicidati tre ragazzi liceali e la cosa è piuttosto tragica e spaventosa per noi genitori. Voglio condividere con voi le riflessioni di questa psicoterapeuta che lavora da 50 anni con le famiglie ed i ragazzi nella Bay Area. Io ho ancora vivo il ricordo di una mia compagna di scuola alle medie che si era buttata dalla finestra della scuola. Ci hanno mandato tutti a casa quel giorno e nonostante una pausa da scuola sia sempre ben accetta soprattutto a quell’età, ricordo bene quanto fossimo sconvolti per quello che era successo. Per fortuna la ragazzina si era salvata.

La conferenza è iniziata con una parola chiave: SONNO. La dottoressa ha subito posto l’accento su quanto un dormire regolare sia fondamentale per mantenere una buona saute mentale, a qualsiasi età. Via schermi e cellulari almeno un’ora prima di dormire.

Anche MANGIARE bene è molto importante. Il momento di conversazione a tavola in famiglia è FONDAMENTALE (per fortuna è una buona abitudine che abbiamo noi italiani molto più degli americani). Preparare insieme la cena, chiacchierare a tavola, tenere i problemi di famiglia fuori da questo momento importante da trascorrere con i figli.

SPORT: fare attività fisica è un’ottima medicina contro l’ansia. Ed è il ragazzo a dover scegliere lo sport che preferisce. Non è importante che sia individuale o di squadra, studi recenti hanno dimostrato che non è vero che il secondo è meglio del primo. E non deve per forza essere competitivo basta che sia divertente e che al ragazzo piaccia.

Mi è piaciuta molto anche questa osservazione: noi genitori dobbiamo entrare educatamente nel mondo dei nostri figli, interessandoci alle loro PASSIONI anche se non ci entusiasmano, incoraggiandoli ad approfondire e coltivare i loro interessi anche se strambi. Le passioni sono fondamentali per combattere lo stress e sviluppare l’autostima.

REGOLE: fanno bene ai bambini/ragazzi, infondono loro sicurezza, lo abbiamo sentito dire molte volte. Non funziona lo stile genitoriale autoritario come non funziona lo stile del “genitore amico”, la via di mezzo è sempre quella migliore, genitori autorevoli che pongono dei limiti e una struttura stabile.

FRUSTRAZIONE: i ragazzi devono provarla e riprovarla un sacco di volte, devono imparare a gestire e risolvere un problema da soli fin da piccoli, devono imparare ad avere il controllo di loro stessi. Ci sono genitori che chiamano arrabbiati il college perchè il loro figlio non è stato preso o che intervengono a risolvere le liti dei loro figli con gli amici. Purtroppo con la sofferenza bisogna scontrarsi fin da piccoli per trovare le risorse giuste per superare le difficoltà. Quando il proprio figlio ha un problema bisogna mostrarsi empatici ma il ragazzo deve imparare pian piano a voltare pagina da solo e a costruire un piano di azione.

Il SARCASMO con i bambini NON FUNZIONA! Fa male come una violenza fisica. Coltiviamo il SENSO DELL’UMORISMO ma non il sarcasmo, non hanno gli strumenti per capirlo.

Mantenere un RAPPORTO EDUCATO e cortese in famiglia. Spesso si è più rudi con i membri della famiglia che con i colleghi. L’atmosfera a casa deve essere piacevole e rilassata per poter sviluppare una conversazione di qualità con i propri figli.

VALORI: ragazzi che hanno chiari in mente i proprio valori familiari hanno uno scudo in più. Un esempio: “Nella nostra famiglia non si vede la televisione a tavola, anche se lo fa la famiglia del tuo amico non vuol dire che noi dobbiamo cambiare le nostre abitudini e ciò in cui crediamo”. I ragazzi interiorizzano bene questo tipo di abitudini se esposti costantemente all’esempio positivo vissuto in famiglia.

Valorizzare e incoraggiare una RELAZIONE stretta con gli adulti. Ragazzi che hanno un buon dialogo e rapporto con gli adulti, pur mantenendo il proprio spazio emotivo sono più propensi ad aprirsi e a farsi aiutare.

è inoltre importante distinguere bene tra tristezza e depressione. La depressione e l’ansia immobilizzano. Occhio ai segnali iniziali, meglio sempre prenderle in tempo.

E occhio innanzitutto alla salute mentale dei genitori, lo stress si ripercuote sui figli.

Cerchiamo di pensare sempre in positivo, un occhio ottimista è meno a rischio depressione di un occhio pessimista. Si può imparare ad essere più ottimisti. Per esempio: vedere una situazione negativa come temporanea, non definitiva; vedere le cose in modo impersonale non personale; pensare a come risolvere un problema piuttosto che sentirsi senza speranza; vedere lo specifico e non il globale.

Segnali importanti per un ragazzo a rischio sono: aumento o diminuzione del sonno; cambiamenti nel mangiare; cambiamenti nella concentrazione; perdita di interesse nelle attività; agitazione; letargia; isolamento; uso di sostanze; auto-denigrazione; pensiero della morte; scarsa pulizia; crollo scolastico; gesti auto-distruttivi.

Di fronte a un evento spiacevole, come può essere il suicidio di un compagno, attendere che il ragazzo sia pronto a parlare e nel frattempo esprimergli i nostri sentimenti di genitori per aprire il dialogo ed entrare in empatia.

Dedicare a i figli il nostro TEMPO IN MODO ESCLUSIVO. Se stiamo con loro non facciamo altro. Critichiamo il loro comportamento, non loro come persone. Insegniamo che chi parla deve anche saper ascoltare. Diciamo sempre la verità.

ADOLESCENTI: è un’età in cui svilluppano il senso del sè; un ragazzo può essere molto maturo in un momento e molto bambino in un altro. Come genitori dovremmo: parlare meno e ascoltare di più; quando il ragazzo è pronto a parlare interrompere qualsiasi attività per stare con lui e ascoltarlo; non dare consigli ma mostrarci empatici, chiedendo prima se vuole un suggerimento o aiuto; fare domande reali; trascorrere tempo con l’adolescente in attività che a lui piacciono; rispettare il suo bisogno di solitudine; rispettare se il ragazzo vuol parlare con un altro che non siamo noi; discutere insieme le regole di famiglia.

La mia domanda è stata: ma abbiamo davvero tutto questo potere come genitori per evitare che un figlio cada nel baratro della depressione o peggio del suicidio? E la dottoressa mi ha risposto: “Certo! più i ragazzi crescono più l’influenza dei “peers” è significativa, ma sì io credo che i genitori abbiano un enorme potere per influenzare la crescita serena del proprio figlio”. Scontato ma forse non abbastanza. è difficile fare il genitore ed è il lavoro con maggior responsabilità di tutti. Siamo umani e sbagliamo mille volte, ci sentiamo in colpa e rifacciamo gli stessi errori, ma non c’è nulla di più importante della serenità e salute dei nostri figli.

Letture consigliate: “The Optimistic Child” (per chi ha bimbi piccoli) e “Learned Optimism” di Martin E.P. Selingman