Diario di bordo: california, arriviamo!

 

In 5 giorni devo spedire scatoloni, organizzare la festa di compleanno dei bambini (compiono gli anni il 26 e il 31 agosto, ma festeggiamo tutti e due il 26), prenotare il volo aereo, fare l’ultima visita di controllo dal pediatra, comunicare al comune che diventeremo “italiani all’estero”, e chiudere altre mille cose aperte.

 

Finalmente è arrivato il tanto atteso Visto, prima di quello tutta l’organizzazione era inevitabilmente sospesa, così come eravamo sospesi noi da ormai 4 mesi con questo trasferimento nell’aria, nella testa, nel cuore, pur senza ancora averlo metabolizzato bene. E quanto ne abbiamo parlato! con amici, parenti, conoscenti…tutti incuriositi, interessatissimi, eccitati nel decantare la California e l’opportunità che abbiamo. L’Italia è allo sfascio come non invidiarci? Certo è una grande occasione per conoscere, vivere delle novità, imparare, ma richiede anche dei sacrifici. Non è una fuga, solo un treno preso al volo. Anche qui si può fare qualcosa se lo si vuole. Noi Italiani siamo svegli, colti, elastici, con una grande storia, non so perchè ci perdiamo così in un bicchier d’acqua. Vado a vivere nella Silicon Valley, il posto dove nascono tante innovazioni tecnologiche e tante aziende di successo. Ma io non credo che gli Americani siano meglio di noi, forse è solo l’onestà a fare la differenza. Ma comunque vi saprò dire 🙂 osserverò tutto con il mio occhio di mamma, italiana e pure ingegnere visto che in fondo vado nel posto in cui ho sempre sognato di lavorare. E chissà che magari qualcosa non succeda proprio lì.

 

Oggi con il mio passaporto timbrato ho realizzato che sto veramente per partire. A 38 anni faccio per la prima volta questo grande passo. Sono eccitata ma allo stesso tempo preoccupata, di come mi sentirò, di come la prenderanno i bambini, di come ci organizzeremo lì da soli. Affronto questo cambiamento in uno dei momenti più sereni della mia vita, mi viene male ogni volta che penso a quanto mi mancheranno i miei genitori, mia suocera e mia sorella, e tutti gli amici più cari, ma non vedo l’ora di fare un’esperienza così forte e diversa. 

 

Ho avuto qualche mese per imparare a staccarmi dalla casa che adoro (perchè concepita interamente da me e mio marito), dal mio quartiere, dai miei amici. Martedì mi ritroverò in una casa che ho scelto in 5 minuti con dei mobili comprati online e in una città che ho conosciuto per soli tre giorni. Spero tanto di sentirmi subito a casa. Per fortuna ci sono già delle persone là che ho voglia di conoscere meglio, credo possano diventare delle belle amicizie. Oggi guardo il positivo. E questi ultimi giorni sono dedicati alle persone che amo, al parmigiano reggiano, ai plumcake del Mulino Bianco, alla pizza di Rosso Pomodoro, al mio laghetto di fronte a casa che adoro vedere ogni mattina e al mio bidet (ragazzi come fanno gli Americani senza?!?!). 

 

La mia quarta casa mi aspetta e sono sicura che non sarà l’ultima. Il Diario di Bordo da oggi diventerà “Storie dalla Silicon Valley”, o qualcosa del genere, se avete voglia seguitemi. Mi farà piacere sentirmi più vicina all’Italia anche attraverso il web. Spero poi di ricevere tanti consigli da tutti coloro che hanno già fatto un’esperienza da expat!