Diario di bordo: la scuola dei miei sogni
Ai giardinetti. “Anche il tuo bambino non dorme? il mio è un disastro. Sta sveglio anche dalle 3 alle 10 di mattina. Stamattina l’ho portato al supermercato appena aperto , eravamo gli unici”. E intanto io guardavo un piccolo angioletto sul passeggino che dormiva beato mentre pensavo “mal comune mezzo gaudio”.Il mio interlocutore non era una mamma, ma un papà! Piacevole ogni tanto scambiare due chiacchiere mammesche con l’altro sesso. Noto, grazie alla mia recente vita pomeridiana da giardinetti, che sempre più papà decidono di lavorare un po’ meno per dedicarsi di più ai figli scegliendo magari anche loro un part-time. Casi rari, è vero, ma comunque degni di nota. Mi è capitato perfino di incontrarne qualcuno al corso di massaggio neonatale, che tenerezza vedere come si dedicavano ai loro piccoli. Sto divagando. Quello che volevo raccontarvi è che questo papà è un insegnante della scuola elementare e in più un ex dj. Fantastico. Abbiamo parlato dei gusti musicali dei ragazzini di oggi. Mi ha raccontato che spesso mette in classe la musica “a palla” con le loro canzoni preferite. Si va da lady gaga, agli abba, ai negroamaro, a fabri fibra. Insomma nemmeno così male. Almeno aluni li conosciamo anche noi. Mi è sembrata una cosa speciale cercare di entrare in comunicazione con i suoi alunni mettendosi sul loro piano. Mi sono augurata di trovare un maestro così per mio figlio fra due anni. E dopo questo incontro mi è venuto da riflettere sulla scuola, in particolare sui primi anni. Non ne ho ancora esperienza diretta ma solo indiretta, per racconti di amici e di mia sorella. Ed ho ancora vivi i ricordi della mia esperienza di bambina ai suoi primi contatti con i libri e lo studio. Ho davanti agli occhi il giorno che ho incontrato il mio maestro (e forse per questo vorrei che anche mio figlio ne avesse uno). Era molto particolare, anche lui si dedicava a farci scoprire il mondo e non solo le nozioni, per cui scriveva testi per recite teatrali anche di un certo valore, sul mondo greco, sulla tradizione milanese, sulle favole più famose. Per cui non ho ricordi di me a fare i compiti ma a studiare a memoria i testi per gli spettacoli. Oggi vedo bambini in prima elementare dover dedicare diverse ore a fare i compiti a casa il pomeriggio con a fianco le loro mamme (sotto precisa indicazione delle loro maestre); sento di maestre che giustificano il livello esagerato dei loro programmi e dei compiti a casa con il fatto che i più bravi non devono essere rallentati. E queli che hanno più difficoltà devono arrancare? sentirsi dei somari? subire sempre il confronto? ma la sfida non sta proprio nel cercare il talento dove in apparenza non c’è? ma la soddisfazione non sta proprio nel’indirizzare chi è più perso? mi rendo conto che sia difficile gestire una classe eterogenea in termini di velocità di aprendimento ma l’occhio di un maestro non può fermarsi su pochi nè può permettersi di non capire il singolo a fronte del gruppo. I primi anni di scuola impostano l’approccio futuro del bambino con ciò che lo accompagnerà per tantissimo tempo (se si arriva all’università, sono ben 18 anni!). Le nozioni arriveranno comunque ma la fiducia e la voglia di imparare si sedimenta proprio agli inizi. E così l’altro giorno mi sono ritrovata ad ascoltare un bellissimo discorso di un ragazzo (Salman Khan) che ha avuto un’idea fantastica: un sito, khan Academy, pieno zeppo di lezioni su qualsiasi argomento e materia, sia per adulti che per bambini. E la genialità sta nell’aver coinvolto alcune scuole americane in una sperimentazione molto interessante: i bambini ascoltano le lezioni a casa e a scuola fanno i compiti insieme alle maestre. Mi sembra un’idea ottima. In fondo è proprio il momento del compito quello in cui si compie la maggior parte dell’insegnamento e mi sembrerebbe giusto che fosse affidato agli insegnanti e non ai genitori. E in più, in questo modo, l’aiuto può essere personalizzato, mentre la lezione può tranquillamente essere uguale per tuttti. Se avete voglia e tempo ascoltatelo, così possiamo scambiarci qualche opinione a proposito, soprattutto dai maestri in ascolto 🙂