Diario di bordo: mamma non sono mica un arcobaleno!

Certe volte non si può essere deboli.

Ti viene da piangere dentro ma scacci i pensieri e ti mantieni razionale.

Alle volte mi sento io la bambina. Vorrei essere consolata e non consolare, essere incoraggiata e non incoraggiare.

Come al solito cresco insieme a mio figlio.

La sofferenza dei bambini ti entra dentro. Qui ce n’è tanta. Ma a loro basta un gioco, un sorriso, un abbraccio e tutto sembra passare.

E gli incontri sono speciali. Sconosciuti o conosciuti (nella nostra stanza c’era il bimbo di un mio compagno di università!) condividono preoccupazioni e domande.

Apo ha atteso 5 ore l’intervento, a tratti spaventato, per il resto eccitato dai giochi stupendi della sala ABIO (Associazione Bambini In Ospedale), una salvezza per i bimbi dell’ospedale.

Ci ha intrattenuto per tutto il tempo con le sue chiacchiere, e ancora una volta è stato lui ad aiutarci a non pensare.

L’ho visto addormentarsi sereno, un po’ ubriaco dalla preanastesia, e allontanarsi su un freddo lettino bianco.

Attendo. In una giornata di sole. Stordita dal sonno e dalla paura penso anche che è il primo giorno intero senza allattare il suo fratellino.

Voglio andare a casa. Voglio uscire da qui con il mio piccolo già stasera e stemperare il suo dolore. Pensieri strani. Un’ora è niente alle volte. Ma oggi no. è lunghissima. Lo rivoglio qui a fianco a me per accarezzargli i capelli. Penso alla salute, così preziosa, e agli imprevisti della vita a cui non sono pronta. Forse non lo sarò mai.

Intanto scrivo, e così mi rilasso.

E penso alla fortuna che ho incontrato. Quello che ho è tanto. E me lo voglio ripetere ogni giorno.

E anche questa è un’esperienza, anche se brutta.

è tornato. Vuole andare a casa. Posso tornare a respirare. Gli dico: “sono contenta, ti vedo comunque colorato, non sei pallido”. E lui: “mamma non sono mica un arcobaleno!”.

Entra la Dottoressa Flora. Fa roteare foulard colorati e canta canzoncine brasiliane. Alla fine schiocca ad apo un bacio cinguettante. Sembra uno di quei dottori clown che si vedono nei film. Ho capito che esistono davvero.

I camici verdi appaiono ogni tanto. Hanno turni massacranti e il destino di intere famiglie nelle loro mani. E questo fa dimenticare attese e inefficienze.

Ci invitano ad ascoltare una fiaba dopo cena ma noi andiamo a casa. è tutto finito bene. Salutiamo il piccolo e dolce Nicolò che non riesce mai a fare la cacca. Lo penserò.

Mi sento sollevata.