Diario di bordo: signore, mi vuoi sposare?
Venerdì è pur sempre venerdì. A qualsiasi età o altezza. Così noi due “ragazze” abbiamo deciso che anche se faceva un freddo polare saremmo uscite a cena. Destinazione: pizzeria in fondo alla via.
Alice si è messa i suoi scarponcini da neve e berretto e mi ha detto “dai veloce, mamma, che ho fame.” Così in pochi minuti eravamo sedute, gambe sotto il tavolo, al calduccio. Abbiamo chiacchierato, mi ha raccontato della sua giornata a scuola, della neve che è fredda, di quello che vorrebbe da babbo natale, ecc. Discorsi seri e impegnati.
Poi quando ormai avevamo finito e la discussione languiva Alice si è fatta tutta seria e mi ha detto: “Mamma, ti devo dire una cosa. Da grande posso sposare quel signore?”. Indicando col ditino dietro di me. Gulp! Mi volto e al tavolo adiacente sedeva un bel signore sulla settantina, con due baffoni bianchi da vecchio film inglese e degli occhioni azzurrissimi e gentili. Che dire.. “Bè forse più che chiederlo a me, dovresti sentire cosa ne pensa lui.” Così Alice, senza pensarci due volte, si fa scivolare dalla sedia e si avvicina al tavolo attiguo, dove costui sedeva con la moglie, presumo, e la figlia, suppongo. “Signore, – picchiettandogli sul braccio – da grande posso sposarti?” Il signore si è aperto in un sorriso cordiale e ha detto, “Ah.. Bè ..pima di sposarci inizierei con darti un bacino, posso?” e si è avvicinato alla guancia tonda di Alice, che di colpo è diventata rossa rossa. è rimasta lì, ferma, emozionata e sorridente per una decina di secondi, finchè le ho detto che dovevamo andare a casa, ho preso le giacche e ho salutato la tavolata… Alice ha trotterellato a mio fianco fino alla cassa trasognante. Giuro. Io ero divertita e incredula. Finché, quando pensavo che la cosa fosse finita lì, mi tira per la manica: “Mamma, gli ho chiesto di sposarmi ma non gli ho chiesto come si chiamava.. Torno subito.” E – davvero! – è andata di nuovo nella saletta dove c’era il suo promesso attempato ed è tornata dopo pochi secondi saltellando.. “Mamma, Guiiidooo, si chiama Guido!”.
Va bene che i bambini “moderni” sono più svegli, più avanti, più quello che volete, ma una proposta di matrimonio a 3 anni a uno sconosciuto per di + settantenne, noooo,. così è un po’ troppino!