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Diario di bordo: un figlio ritrovato

Pubblicato il 4 Giugno 2012 in Blog
Dialogo • Femmine • Genitori • Maschi • Sviluppo Nessun commento

Come sapete il mio rapporto con Apo è sempre stato un po’ difficile, da anni ero stata completamente soppiantata da suo padre, compagno di giochi, di nanna, di tutto.

Probabilmente c’era anche una sottesa gelosia per il fratellino, inevitabilmente sempre addosso a me, anche perchè con un carattere molto espansivo. Lui, al contrario del fratello, è molto fisico, abbraccia, dà un sacco di baci…

Ma io adoro Apo, e da tempo cercavo un modo per ritrovare sintonia e qualità del tempo trascorso insieme. Gli anni passano, e in un momento ci si ritrova nell’adolescenza, periodo che non rende facile recuperare un rapporto incrinato.E poi l’altra sera è successo questo:”Ti voglio bene, piccolo mio”E lui, in aparenza distratto dai giochi nella vasca insieme al fratellino, alza lo sguardo e dice: “Anch’io mamma ti voglio bene”, parole inaspettate, attese, sottese da un lieve imbarazzo. Apo è un bambino sensibile, e un po’ troppo orgoglioso per ammettere i suoi sentimenti, seppur così espansivo nelle sue manifestazioni di disagio e tristezza. “Hai visto mamma che ti tratto bene ultimamente?””Sì e ne sono felice, la mamma è sempre qui e ti vuole bene sempre e comunque. Ma come mai ora ha deciso di non trattarmi più male””Perchè ho visto che anche A. tratta bene la sua mamma anche se non gli piacciono le femmine”.Mi sono sentita raggelare. A. è il suo compagno di scuola, quello che gli fa illuminare gli occhi solo a nominarlo e anche quello per cui ogni giorno andare all’asilo è una tragedia. Mi fa sempre i dispetti, mi tratta male, mi dice che sono scarso, vuole sempre fare il capo, queste sono le frasi che mi sento ripetere ogni pomeriggio. Amore e odio tipico delle amicizie di questa età soprattutto se vissute un po’ troppo intensamente come le vive mio figlio.

I 5 anni sono l’età in cui inizia ad affermarsi anche un’identità di genere. Ma non mi piace quando sento frasi come “questi sono giochi da femmina”, “le femmine alla mia festa non le voglio invitare”. Nella sua classe, il gruppetto dei grandi della sua età è composto solo da maschi e questo forse non aiuta. Inoltre, molti amici di famiglia hanno figli maschi.

Io, comunque, spero questo sia un momento passeggero. Noi la mettiamo sul ridere e gli diciamo sempre che prima o poi imparerà ad apprezzare anche le femmine, ad amarle e a cercarle. Ricordo questo post di qualche tempo fa in cui parlavamo di questo argomento.

Sono sempre più convinta che con l’educazione e l’esempio in casa dobbiamo sopperire a qualsiasi influenza negativa dell’ambiente. E dato che l’ambiente, gli amici, le esperienze fuori casa sono tutti elementi necessari per la crescita ma possono fare anche molti danni, i genitori devono essere sempre più attenti e in dialogo costante con i figli.

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WhyMum è Pipa, mamma di 3 ometti pieni di vita, ingegnere elettronico in un’altra vita e ora appassionata di pedagogia tanto da frequentare in California, dove vive da qualche anno, un corso di laurea in Child Development. Pipa scrive anche favole e filastrocche nella nuovissima sezione "Bambini".

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