Dr Wendy Mogel – What lights your child up?

Ho scoperto questa psicologa ormai un paio di anni fa e questa bozza di post era pronta nel cassetto da un po’ ma WhyMum è decisamente trascurato ormai. MI sono buttata in tante attività tutte diverse (tanto che ogni tanto mi sento completamente folle ma questa è un’altra storia) e quindi ho meno tempo di scrivere. Ma ho intenzione di riprendere in mano la penna (ehm, la tastiera) e dar sfogo ancora a questa mia passione soprattutto se l’argomento è l’educazione o lo sviluppo del bambino.

Dr. Wendy Mogel è una psicologa clinica, autrice, e speaker. L’ho sentita per la prima volta a una conferenza organizzata dalla scuola dei miei figli e mi è piaciuta tantissimo la sua energia. Spesso si risentono sempre le stesse cose a queste conferenze sul “parenting” ma lei anche in quell’occasione mi ha trasmesso qualcosa in più, è riuscita a dare una prospettiva diversa alle cose. Per questo poi mi sono messa ad ascoltare il suo podcast, “Nurture vs Nurture” che consiglio vivamente. Intervista genitori ognugno con una specifica situazione, è illuminante, i suoi consigli sono davvero molto utili.

Vorrei riassumere qui i punti salienti della sua presentazione, aggiungendo di volta in volta qualche commento.

Intanto mi aveva colpito il fatto che avesse iniziato il suo “speech” con la frase “What lights your child up?”, cioè cosa accende il tuo bambino? Quali sono le coose o argomenti che lo entusiasmano? Spesso nella routine di tutti i giorni ci dimentichiamo di essere entusiasti, di farci trascinare e illuminare da qualcosa che ci diverte o che ci piace fare, di esaltarci. Io spesso vengo presa in giro per il fatto che “mi esalto” (ormai purtroppo non capita così spesso) in quanto in quei momenti sembro una bambina. Per esempio mi illumino di fronte alla panna montata sopra il gelato (anche se ormai sono intollerante al lattosio 😉 ), o di fronte a un tramonto, inseguo un arcobaleno per vederlo meglio, sono esaltatissima quando mangio il mio plumcake preferito italiano. Il punto è questo: tu genitore, fatti trascinare dall’ entusiasmo del tuo bambino, fatti insegnare qualcosa che tu non sai. Avete mai vissuto la situazione in cui il bambino ti chiede se sai una cosa e tu dici no (magari anche fingendo) e vedi nei suoi occhi quella improvvisa luce, la voce cambia e diventa tutto serio a spiegarti la cosa che non sai. Per il bambino è il momento di più grande soddisfazione, gli fa capire che sta crescendo e può anche lui ormai portare valore nella famiglia.

“Children and animals are our spirit guides now”. Siamo evoluti come essere umani ma davvero dovremmo molto più spesso farci insegnare dai bambini e dagli animali. Il loro istinto è ciò che spesso ci manca, il loro pensiero puro, il loro amare in modo incondizionato. Inoltre bambini e animali sono completamente immersi nel momento. Ascoltare è come imparare a interpretare le canzoni degli uccelli. Siamo troppo intenti a parlare e non sappiamo più ascoltare. Nella sua esperienza di psicologa molte, troppe volte vede bambini che dal suo punto di vista professionale sono ok ma i genitori pensano che abbiamo un problema. È normale che si passi da sentimenti di amore folle per loro a totale irritazione. Li osteggiamo perche’ ci fanno preoccupare e anche perchè sono “terribili e favolosi”. Spesso ci sentiamo al limite delle nostre capcaità e della nostra pazienza, fa parte della vita da genitori. E a un certo punto i “playdates” finiscono, si arriva ai 14 anni e il rapporto cambia. Facciamo fatica ad adattarci, non sono più i nostri “bambini”, dobbiamo vederli come un fiore che si apre, sboccia e non prende più nutrimento solo da noi. Ricordiamoci sempre, anche quando sono piccoli, di non accoglierli dopo la scuola con la frase “come è stata la tua giornata?” ma di dire invece “Ti ho pensato oggi quando……”, raccontiamo loro qualcosa di divertente che ci è successo e che possa scioglierli dopo un intenso giorno a scuola.

Vi ricordate quando sono piccoli e pronunciano male le parole? Sono momenti preziosi, che tutti noi ricordiamo per sempre. Non cerchiamo di farli crescere subito nella perfezione, lasciamo loro esplorare anche il linguaggio e sbagliare. Tutto crea memoria, e quando sono grandi quelle parole pronunciate male saranno fonte di nostalgia e risate.

Non esageriamo col desiderio di vederli informati. Le news sono “feed for fear”. Schermiamoli da alcune notizie che potrebbero terrorizzarli. Non edulcoriamo tutto ma nemmeno diamo loro occasione quotidiana di sentire che il mondo è un posto pericoloso in cui stare. Io sono cresciuta con i miei che a cena guardavano il telegiornale. Questa cosa mi ha fatto pensare.

Un capitolo a parte dovrebbe essere aperto su maschi e femmine. Non bisogna appoggiarsi agli stereotipi ma in generale è vero che i maschi non sono così espressivi riguardo ai loro sentimenti come le femmine. Un libro che consiglia di leggere su questo è “decoding boys” di Cara Natterson, sembra molto interessante. Dovrei leggerlo.

Un altro punto che ha toccato è l’istinto di iper protezione che oggi noi genitori abbiamo nei confronti dei nostri figli. Qui in America si chiamano “helicopter parents”. Per esempio, tutti i bambini dovrebbero avere una maestra terribile, farne esperienza, perchè ne incontreranno tante nella vita e meglio imparare prima che dopo. Baby Luca ha avuto già due maestre terribili e comunque non è una bella esperienza. Riconosco il fatto che sia utile in ogni caso perchè li fa crescere ma su questo punto ho dei dubbi che sia necessario specialmente quando sono piccoli. È vero comunque che i genitori oggi sono troppo invasivi nella scuola e le maestre sono terrorizzate, i bambini sono spesso ingestibili o bloccati dalla paura di essere bambini.

Incubi: un altro capitolo che interessa tutti noi genitori. Quante volte vostro figlio in mezzo alla notte è corso nel vostro letto perchè ha avuto un incubo?. Ora da me lo fa ancora solo baby Luca, mi si infila nel letto e si mette stretto stretto vicino a me, terrorizzato. Lei consiglia di chiedere del sogno, di farli parlare, raccontare. Se pensiamo che anche la letteratura per bambini è sempre stata piena di mostri, perfino le ninna nanne sono molto “dark” in ogni paese. Invece oggi i libri, e i film sono pieni di lezioni morali.

Cantate, ridete con i vostri figli, il potere di benessere è altissimo.

Fate giocare i vostri figli in modo rischioso. Hanno bisogno di pericolo e rischio di farsi male. Devono stare o andare in posti selvaggi dove fare esperienza di paura e cadute.

Siate felici quando incontrano adulti che li ispirano al di fuori della famiglia. Specialmente i maschi sono più difficili da raggiungere. È assolutamente normale e giusto che si comportino peggio con i genitori che con esterni. Questo vuol dire avere un figlio sano (specialmente in adolescenza).

Altro punto chiave: tendiamo a fare tutto “over”, cioè over scheduling, over thinking, over planning, over indulging, over expectation. I ragazzi vivono tanta pressione oggi e noi genitori non aiutiamo molto a farli rilassare. Specialmente in America si pensa anche un po’ troppo al futuro, al successo, ai passi per ottenerlo, fin da quando il bambino è piccolino.

Hanno bisogno di giocare, sognare, sono fiori selvaggi che non meritano un etichetta troppo presto. Non possiamo pretendere che i bambini sappiano cosa fare prima di andare al college. Devono esplorare. I percorsi più tortuosi sono spesso quelli di più successo. Pensiamo per esempio a come è diventato il processo per andare al college. Gli studenti nelle scuole più difficili e selettive sono quelli più a rischio dal punto di vista della salute mentale. La pressione su di loro è altissima. Il problema che c’è in America è la mania del “ranking”. Fin da piccoli i bambini vengono messi in un sistema di ranking. Alle elementari, in molte scuole pubbliche, fanno al bambino un test di intelligenza (non di competenza) e mettono i più “dotati” (!!) in una classe speciale che si chiama “seminar”, classe con ovviamente i maestri più bravi, gite educative ogni mese che le classi dei “normali” non fanno, etc..Sembra un film dell’orrore…ebbene sì. Quindi questo sistema classista di “ranking” mette un sacco di ansia ai bambini più fragili e meno performanti. I genitori vivono attraverso i risultati dei loro figli, costruiscono il loro curriculum fin da piccoli con tutoring in ogni materia, dalla matematica alla scrittura, non per reali difficoltà ma solo per eccellere un po’ di più.

Cerchiamo di genitori allegri, trasmettiamo meno ansia da prestazione non passiamo il concetto che essere adulti è pesante. (me lo devo ripetere spesso…:) ). Rendiamoli indipendenti e spensierati.

Quando ha chiesto ad alcuni ragazzi con piaceva loro dei loro genitori ci hanno messo un secondo a rispondere:

  • Mio padre dice a mia mamma: “lascialo fare”!
  • Amo la risata di mia mamma, è come un animale che sta morendo e fa ridere anche me e la amo ancora di più.

Vogliono vederci allegri, leggeri.

I loro consigli ai genitori:

  • Se ti chiedo di controllarmi lo spelling non ti chiedo di riscrivere l’intero paper
  • La mia stanza è il mio tempio
  • C’è una differenza tra pressione e motivazione
  • Per favore ascolta invece di pensare alla prossima cosa che vuoi dirmi
  • Continua a fare quello che stai facendo ma rilassati
  • Dì ai miei genitori di rilassarsi

Insomma il messaggio è piuttosto chiaro 🙂