Essere genitori …

Non pretendiamo di sapere di cosa hanno bisogno i nostri figli … lasciamolo dire a loro”.

Essere genitori è complicato, ma anche essere figli lo è, forse ancor di più. Ciò che risulta difficile comprendere ed in seguito accettare è il fatto che educare un figlio non vuol dire plasmare la sua personalità, ma riuscire a “tirarla fuori”. Per far ciò è necessario riflettere, ammettere i propri errori e le proprie inadeguatezze senza aver paura di sembrare fragili o fallibili. Ho sempre immaginato il rapporto educativo come un cammino lungo, a volte terribilmente difficile, a volte meravigliosamente sereno e ricco di soddisfazioni, dove il genitore non è colui che si trova davanti segnando un percorso, ma cammina al fianco del proprio figlio, cercando di guardare il mondo attraverso i suoi occhi, vivendo ogni passo verso la maturità con attenzione e discreta partecipazione. Come afferma U.Galimberti, noto filosofo, ciò che manca oggi è l’attenzione verso i nostri figli, quella stessa attenzione che permette ad una mamma e ad un papà di rispettare i tempi del proprio figlio, di osservarlo mentre affronta impreparato le sue esperienze, seppur coscienti delle delusioni che ne verranno. L’importanza di un valido rapporto comunicativo risiede proprio nella capacità di rispettare l’altro come persona. Ciò può voler dire rispettare i silenzi, accogliere la rabbia, sconfiggere l’aggressività con la calma e l’autocontrollo favorendo il più possibile un dialogo piuttosto che un monologo. Sottolineare anche azioni meritevoli ed apprezzabili, comunicare attraverso delle lettere o dei messaggi che aiutano ad esprimere ciò che risulta difficile dire direttamente, può essere un ottimo aiuto per agevolare la messa in comune di emozioni imprigionate nei cunicoli della incomunicabilità. Inoltre può favorire la comunicazione anche una sorpresa inaspettata, un gesto che mostri attenzione per l’altro, come la preparazione di un piatto preferito, un post-it lasciato sullo specchio o sotto il cuscino. Come scriveva P. Neruda, “Lasciate tranquilli quelli che nascono. Lasciate spazio perché possano vivere. Non preparate già tutto pensato. Non leggete a tutti gli stessi libri. Lasciate che siano loro a scoprire l’alba, a dare un nome ai loro baci.”