Eventi: paola liberace presenta il suo nuovo libro in bocconi

 

“Contro gli asili nido” è un titolo che inevitabilmente fa discutere. E infatti la presentazione del libro di Paola Liberace, tenutasi il 29 Ottobre 2009 in Bocconi, ha acceso un interessante dibattito sui vari temi toccati dall’autrice. “Poter contemplare una politica di conciliazione diversa” è l’idea di base che la Liberace voleva portare alla luce. Dichiarare di essere contro gli asili nidi è un atteggiamento provocatorio per affermare che il principio di “delega” nell’educazione nella primissima infanzia non deve essere necessariamente condiviso da tutti. Un ruolo più attivo della famiglia dovrebbe far parte di un progetto di crescita della società, così come la possibilità di scelta personale del singolo.

Si è parlato, quindi, di educazione dal punto di vista di una mamma che ha scelto comunque di mandare i suoi figli al nido ma che si è resa conto di quanto manchi la possibilità concreta di fare scelte alternative.

Si è parlato di educazione anche dal punto di vista di un’altra mamma, Paola Profeta, Professore Associato in Bocconi, per la quale l’asilo nido è una conquista della Società moderna, da difendere e sviluppare ulteriormente (i nidi in Italia soddisfano il fabbisogno del 10% della popolazione). Interessante la tesi per cui l’asilo nido permette in realtà di eguagliare le opportunità di base delle famiglie ricoprendo alle volte un ruolo educativo migliore di quello dei nonni, delle tate e dei genitori stessi. Non credo però sia facile dare questo tipo di giudizio, quando non esiste pediatra, per esempio, che non sconsigli il nido per la salute del bambino e soprattutto nel primo anno di vita per l’allontanamento prematuro dalle cure della mamma e della famiglia.

La discussione si è poi accesa ulteriormente per l’intervento di alcuni universitari. Generazioni a confronto che sembrano parlare lingue diverse. La passione e il calore dell’ideologia nel giovane che trova lo spunto per parlare di scuole paritarie da osteggiare e della centralità dello stato che con il nido sancisce la necessità di integrazione e di interazione col mondo fin dai primissimi anni per il bene della società moderna. Ma non si toglie alla famiglia, in questo modo, la libertà di ricoprire il proprio ruolo educativo e culturale?

Il giovane cerca il dibattito politico in ogni discussione. Noi abbiamo voluto invece trarre degli spunti di riflessione “apolitici” da ogni ospite illustre della serata. Ci è piaciuto riflettere sul valore centrale dell’individuo e non dello Stato soprattutto nell’ambito educativo; sul vecchio concetto da superare per cui si trova realizzazione solo nel lavoro e nella produttività; sulla bellezza del primato dell’educazione e non del lavoro; su uno Stato che sia davvero al servizio della persona; sulla necessità di crescita della libertà di scelta.

Se già manca in Italia la libertà di scelta, la donna ne ha ancora meno. Se scegli di non mandare il bambino al nido, lasci il lavoro. Se lasci il lavoro, non lo ritrovi più. Telelavoro, part-time, incentivi alle aziende, cultura aziendale ingabbiata, sono tutti temi importanti venuti fuori dalla discussione. Per riflettere e abilitare il cambiamento.

“Contro gli asili nido- politiche di conciliazione e libertà di educazione” Questo è il titolo completo.

E inizia citando Bowlby: “Le forze dell’uomo e della donna impegnate nella produzione dei beni materiali contano come attivo in tutti i nostri indici economici. Le forze dell’uomo e della donna dedicate alla produzione, nella propria casa, di bimbi sani, felici e fiduciosi in se stessi non contano. Abbiamo creato un mondo a rovescio.”.