Incontri a scuola con gli insegnanti. Come sono?

Non so molto come sono gli incontri con le maestre (o maestri) in Italia durante le elementari, ma ricordo come erano ai miei tempi in tutto il percorso scolastico e ho sentito alcuni racconti di amiche. Il genitore va dall’insegnante e ascolta come va il figlio, il comportamento, le difficoltà, i punti di forza nelle varie materie.

In alcune scuole qui in California (non in tutte, e magari la stessa cosa succede in alcune scuole italiane), l’incontro con i genitori (tre volte all’anno) si trasforma in una “conference”. Il bambino mostra ai genitori qualche esempio di lavoro per ogni materia e l’insegnante interviene solo se vede che lo studente si perde o vuole mettere in evidenza un’area di particolare forza. L’impostazione e’ sempre in positivo, si parte dalle conquiste, dalle aeree in cui lo studente è migliorato e si cerca di far vedere al genitore quanto si è impegnato per superare un particolare problema o le materie per cui ha più passione. Questo modo di gestire i momenti annuali di incontro segue la teoria del Deep Learning. La conoscenza è profonda quando la puoi riutilizzare in situazioni nuove. Il fatto che l’incontro con i genitori sia gestito dallo studente è secondo me molto importante perchè determina l’indipendenza dello studente nel processo di conoscenza e permette anche di mostrarsi al genitore in modo trasparente. I genitori, in questo modo diventano anche più comprensivi e attenti riguardo al percorso scolastico del loro figlio e magari sono anche più pronti a supportarli. Per alcuni bimbi può essere un momento di grande pressione però. Mio figlio grande per esempio da 4 anni odia queste “conference” perchè è molto timido e non ha voglia di mostrarsi, di solito infatti fa lo spiritoso, il ribelle e cerca di finire in fretta. Gli insegnanti cercano di mediare e di mettere tutti a loro agio. Il mio secondogenito invece non vede l’ora di farci vedere i suoi lavori, le cose che sa fare bene e quelle in cui fa più fatica. Alla fine insieme si rivedono i loro “auto-assessment”, cioè ogni bambino compila con la maestra nei giorni precedenti un foglio in cui per ogni materia dichiara se ce l’ha messa tutta, solo un pò, o proprio ha fatto il minimo sforzo. E poi la parte che preferisco: gli obiettivi futuri. Il bambino deve scrivere 3 suoi obiettivi per i mesi successivi. Il mio primogenito ci ha sempre fatto molto sorridere, peccato non averli scritti tutti. Uno era “capire perchè se un robot cade in acqua si rompe”, un altro era “iniziare a studiare la fisica quantistica (!)”, un altro era “chiedere più aiuto alla maestra” quando si sentiva perso sui lavori da fare. Poi ovviamente alla fine di tutto gli insegnanti dedicano qualche minuto a i genitori da soli per approfondire ulteriormente l’andamento scolastico del figlio.

Se ha avete voglia raccontate anche voi qualche aspetto innovativo della vostra scuola. Sono molto curiosa! Ogni scuola ha cose positive che andrebbe raccolte, servirebbe molto per spunti e idee.