Interviste: intervista a raffaella, del collettivo di aspiranti genitori in cambogia

 

Buongiorno Raffaella, ci può dire due parole su di lei e sul gruppo di genitori che ha formato?

Il tragico sviluppo che aveva preso la situazione in Cambogia ha portato molti di noi, conosciuti di persona durante i numerosi incontri formativi cui abbiamo partecipato, oppure su internet attraverso forum e Face Book, a unire gli sforzi e a lottare insieme perché la nostra voce potesse essere ascoltata.

Quali sono gli iter da seguire per affrontare un’adozione internazionale in Italia?

Tutto parte con la domanda presso il Tribunale dei Minori di competenza, che poi incarica i Servizi Sociali Locali ad istruire una pratica ed avviare i colloqui con la coppia, che porteranno alla stesura di una relazione che poi torna al Tribunale.  Infine l’incontro finale con il giudice.  Dopo circa un anno dalla consegna in Tribunale della disponibilità ad adottare, se tutto va bene si ottiene il decreto di idoneità e si può’ procedere e dare mandato ad un ente autorizzato.  Nel nostro caso tutto è cominciato esattamente cinque anni fa. 

Che differenza c’è rispetto all’adozione nazionale?

Mentre nel caso di un’adozione nazionale èil giudice dei Minori ad effettuare l’abbinamento tra famiglia adottiva e minore, nel caso delle Adozioni Internazionali sono le Autorità del paese di origine del bambino a fare l’abbinamento attraverso l’ente autorizzato scelto dalla coppia.

Si può scegliere il paese di origine del bambino? Secondo quail criteri?

La coppia sceglie l’ente al quale dare mandato.  Ogni ente opera su una rosa ristretta di paesi.  In genere gli enti consigliano la coppia in base alle loro caratteristiche (anni di matrimonio, età della coppia, presenza di eventuali minori in famiglia, tempi di permanenza ecc), verso quale paese indirizzarsi.  Tuttavia le coppie che si aprono all’adozione devono essere pronte ad accogliere bambini di qualsiasi razza, etnia, orientamento religioso, ecc.  Adottare significa adottare un bambino del mondo.

Quali sono le difficoltà che i futuri genitori adottivi devono affrontare?

Credo che la difficoltà maggiore sia la pazienza.  Ad oggi è ancora un iter lunghissimo, spesso caratterizzato da mancanza di informazioni.  è un processo sul quale non hai assolutamente nessun controllo e che ti trovi a dover accettare in tutti i suoi aspetti.

La sua, è una prima adozione?

Si, ho due bambini biologici, e questa è la prima adozione.

Come si è trovata con le strutture che l’hanno seguita? Spazi di miglioramento?

In generale sono abbastanza soddisfatta dei rapporti avuti con i servizi sociali, il Tribunale ed il mio ente.  Penso tuttavia che il problema più grande sia la mancanza di canali di comunicazione veramente trasparenti e continuativi.  Purtroppo spesso si deve avere fede totale nei confronti di chi sta lavorando per te e molto spesso questo non è sufficiente se consideriamo i lunghissimi tempi di attesa. 

Ha vissuto momenti di sconforto in cui ha pensato di mollare tutto?

Tanto sconforto, direi momenti di disperazione quando tutto sembrava irrimediabilmente  finito per via della burocrazia.  MA MOLLARE MAI.  Credo fortemente nell’adozione internazionale e insieme a mio marito ne ho fatto uno dei degli obbiettivi della mia vita.

Quali problemi attuali si trovano a dover affrontare I membri del suo collettivo?

Abbiamo vissuto momenti di vera tragedia, quando sembrava che la strada che avrebbe dovuto portarci dai nostri figli stava per chiudersi definitivamente malgrado i bambini fossero già stati a noi abbinati, in certi casi da oltre un anno. Quei bambini hanno rischiato di non avere più una chance e noi di cancellare i loro volti dalle nostre menti. Da qui l’appello al Presidente Napoletano.  Oggi siamo più’ sereni.  Sembra che il Governo Italiano sia intervenuto e di recente sono arrivate le prime rassicurazioni.  Per iniziare a gioire tuttavia aspettiamo di salire sull’aereo.  

Intravede una via di risoluzione breve?

Ci credo fortemente.

Quali sono secondo lei le modifiche da fare alla legge sulle adozioni internazionali?

Penso che sarebbe necessario un intervento molto grosso a livello internazionale.  A mio giudizio dovrebbe esserci un autorità Internazionale, magari in seno all’ONU che si prenda carico di tutti i bambi abbandonati nel mondo, sopratutto in quei paesi che ancora non hanno strutture giuridiche cosi sofisticate da poter emettere i decreti di adottabilità  e che gestisca gli abbinamenti con le famiglie di tutto il mondo che hanno dato disponibilità all’adozione.  Capisco che è un’utopia, ma io la vedo cosi.

Un consiglio ai genitori che hanno intenzione di intraprendere questa strada.

Ancora non ho avuto la fortuna di incontrare mia figlia. Ma ad oggi l’adozione è stata un’esperienza meravigliosa, che ci arricchito e fatto crescere.  Chi vuole intraprendere questa strada deve credere con tutte le proprie forze in questo progetto. L’adozione non è la strada facile per avere un bambino che non si è potuto avere diversamente.  Quindi prima di tutto essere sinceri con sèstessi ed essere sicuri di voler intraprendere questo lungo e faticoso percorso consapevoli che l’incontro col proprio figlio è solo l’inizio.  E poi, non avere fretta.