La famiglia di topolini

Io mi fido del mio papà. Lui è alto e forte. Gioca spesso con me e quando mi addormento sul divano mi porta in braccio fino al mio lettino. Mi piace quando mi abbraccia perchè mi avvolge tutto e mi sento al sicuro. Però ogni tanto mi fa arrabbiare. Ecco cosa è successo qualche giorno fa. Abbiamo sentito dei rumori sul soffitto, in cucina e anche in camera. Allora io e il mio papà abbiamo preso delle telecamere e le abbiamo messe su in soffitta. Nei giorni successivi ci siamo accorti che ci sono dei topolini che si rincorrono, e così lui vuole catturarli. A me piacciono i topolini e mi piace sentirli correre. Non voglio far loro del male. Quindi, ieri notte ho deciso di alzarmi e andare a vedere su nell’attico con la mia bellissima pila rossa. Mi sono arrampicato sul mobile nel garage e ho aperto la botola. Mi sono infilato dentro. Ero un pò spaventato, lo ammetto, ma volevo conoscere i miei piccoli amici. Appena mi sono ritrovato in soffitta ho sentito i brividi, era tutto buio e pieno di polvere. Forse non avevo avuto una buona idea. Stavo per tornare di corsa nella mia cameretta quando a un certo punto ho sentito: “Ehi, tu cosa ci fai qui? chi sei?”. Mi sono girato terrorizzato e ho visto un topolino grigio che mi guardava fisso. “Ma sei tu che mi hai parlato?”, gli ho chiesto io incredulo.

“Si’ certo, perchè ti stupisci? anche i topi parlano”, ha risposto lui con aria un pò risentita. 

“Scusami non volevo offenderti, semplicemente non lo sapevo”. 

“Perchè sei venuto in questo posto buio e freddo?”. 

“Perchè io abito nella casa sotto di voi ed è tanto che vi sento correre e grattare. E così volevo conoscervi. È da tanto che vivete a casa mia?”. 

“È un pò che siamo arrivati”. 

“Non sei da solo?”

“No, mia moglie e qui con me, e stiamo avendo dei piccoli”.

“Davvero? ma è una notizia bellissima!”.

“Lo so grazie, ma è sempre difficile trovare cibo, non so se rimarremo qui a lungo. Abbiamo visto degli strani oggetti recentemente all’ingresso della botola e ci siamo spaventati”.

“E fate bene! Li ha messi il mio papà, sono delle telecamere e servivano proprio a trovarvi. Vi avviso, dovete scappare al più presto perchè lui vuole catturarvi! Tra due giorni arriverà l’uomo che disinfesta le soffitte, dovete scappare prima se volete mettervi in salvo”.

“Oh mamma cosa mi dici!! Ma mia moglie non può muoversi proprio ora, sta per partorire e non saprei proprio dove portarla. Come faremo adesso? ti prego aiutaci! Parla con il tuo papà e cerca di convincerlo che non siamo cattivi e non vi disturberemo”.

“Ci proverò ma non vi assicuro niente. Quando si mette in mente qualcosa nessuno lo smuove”.

Dopo quella conversazione si era fatto tardi, sono tornato nel mio letto e tutta la notte ho pensato a come fare per aiutare i miei amici topolini.  Ho deciso che la cosa migliore è cercare loro una nuova casa prima che arrivi il signore cattivo. E così oggi, dopo la scuola, ho cercato un pò nei dintorni. Dopo diversi giri ho trovato finalmente un luogo adatto. È una piccola casetta di legno in un giardino abbandonato. Sono tornato a casa eccitatissimo, ad attendere il buio. E finalmente è arrivata la notte. Di nuovo mi sono alzato dal letto senza far rumore per andare nel solaio ad incontrare i topolini. Ma quando ho acceso la luce del garage mi sono preso uno spavento pazzesco. Di fronte alla botola di ingresso c’era il mio papà. Era in pigiama e aveva quello sguardo severo che a me spaventa molto.

“Cosa ci fai qui Luca?”

“Ehm, papà….posso spiegarti”.

“Allora spiegami. È notte fonda e tu dovresti essere a dormire nella tua cameretta e invece ti aggiri per la casa da solo”.

“Sai papà, ho conosciuto i topolini che abitano nella nostra soffitta. Lei aspetta dei piccoli e non sono cattivi, volevo solo difenderli e portarli in un rifugio sicuro”.

“Ma sei matto Luca? Dovevi parlarne con me, non puoi certo uscire la notte da solo, così piccolo”.

“Ma papà tu eri così deciso a ucciderli! Se vieni con me lassù te li presento e ti dimostro che non vogliono farci niente e sono anche disposti ad andarsene”.

“Sì come se potessimo parlare con dei topi!”.

“Certo papà che parlano! vieni con me e vedrai”.

Sono riuscito a convincere il papà a salire in soffitta. Siamo arrivati là con la grande torcia e dopo un pò è apparso il topolino grigio.

“Ciao topolino, ti presento il mio papà”.

“Buonasera Signore”, ha risposo il topolino spaventato.

“Ma voi parlate la nostra lingua?” ha chiesto il mio papà.

“Certo, basta solo volerci capire”, ha risposto lui.

“Papà, vedi, te l’avevo detto che potevamo capirci. Di là c’è sua moglie in attesa dei piccolini. Ti prego aspettiamo che nascano e poi li aiutiamo a cercarsi un altro posto”.

“Ci penserò piccolo, sai i topi rosicchiano tutto, anche i fili elettrici e potrebbero creare molti danni alla casa”.

“Ma se portiamo noi loro del cibo vedrai che non rosicchieranno niente. Ti prego papà fallo per me”.

“Va bene, piccolo, voglio darti fiducia. Allora ti occuperai tu di loro e non appena sono nati i piccoli li aiuterai a cercarsi un’altra casa”.

“Sì, grazie papà! Vedrai che non ti deluderò, anzi deluderemo, vero amico topolino?”

“Per noi va bene! Grazie davvero per darci l’opportunità di restare, ve ne siamo davvero grati e lo saremo per sempre”, raggiunse il topolino.

Sono tornato a letto felice. I miei amici erano salvi, mi sarei preso io cura di loro finchè non li avrei spostati nella casetta che avevo trovato. E il mio papà mi aveva ascoltato questa volta. Non ero piu’ arrabbiato con lui. In fondo i papà sono buoni, alle volte basta spiegare loro bene le cose e poi ci capiscono.

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La favola è stata scritta da Pipa