La stanchezza del cuore

è un periodo proprio nero. Mi sembra che la vita mi stia mettendo alla prova per quello che riesco a sopportare e ogni tanto mi viene da pensare: va bene, ho capito, devo essere forte, ma sono arrivata al limite, ora vorrei un po’ di tregua. E allora giù un’altra botta! Il mio problema alle gambe, mio marito sta entrando in depressione perché, come mi ha detto stasera, abbiamo fatto il passo più lungo della gamba prendendo un mutuo che ci succhia l’anima, mia madre che non ci vede quasi più e che, dopo anni, si è finalmente convinta a trasferirsi nel mio palazzo cosicchè potrò stargli più vicina e anche i miei figli finalmente avranno dei nonni con cui possono stare, visto che, per andare alla casa dove sono ora, ci sono 40 gradini e io non posso farne neanche uno. Quindi con estrema fatica, gli sto mettendo a posto l’appartamento e a mia madre non le va bene niente, e poi se la prende con me perché “non capisco il suo dolore” e io che cerco di consolarla mentre devo mandare mio figlio di 8 anni dalla psicologa perché mi parla sempre di suicidio ed è convinto che morirò durante l’intervento, e il papà che non lo capisce e lo tratta da “adulto deficiente”, e sempre a stargli dietro con la scuola, ché lui non vuole fare i compiti perché dice che si stanca, e la piccola di 4 anni ora porta di nuovo il pannolino di notte perché ha paura per la sua mamma. E io che non mi muovo più neanche in casa, ho cominciato a portare scarpe con lo strappo perché non ho chi me le allaccia e da sola non ci riesco. La casa sembra un bazar perché al momento non c’è nessuno che mi aiuta e non me lo posso permettere. Giorni fa è capitata una mia amica, ha guardato la sedia della sala e se l’è spolverata. Mi ha chiesto: hai per caso bisogno d’aiuto? Mi fatto veramente male, mi ha mortificata tantissimo. Poi, cammino per strada con la stampella, e la gente mi chiede: cos’hai fatto? E io sempre col sorriso spalmato in bocca: niente, è una cosa che passerà. Non voglio la pietà di nessuno, non voglio sentirmi dire: oh, poverina, ma così giovane già quest’intervento…Io sono sempre stata un leone, ho vinto battaglie contro una sterilità conclamata, ho fatto 5 interventi importanti, 6 aborti e una sequela di avvenimenti negativi, e ho scoperto che, la fase: quello che non ti uccide ti rende più forte, è un’enorme panzana. Quello che non ti uccide, ti lascia dentro delle cicatrici indelebili, che t’indeboliscono e che ti fa guardare il futuro in maniera sospetta. Mi sto perdendo nella mia vita, cerco di fare tutto, mi ripeto sempre: è un periodo, passerà, ma non vedo la fine. L’altro ieri sono entrata in chiesa, l’unico posto in cui mi sento protetta, almeno non ho il telefono acceso e i miei figli che mi stanno intorno e i problemi si spengono. Mi sono un attimo rilassata: l’ambiente era perfetto, ovattato e silenzioso. Una condizione che non provavo più da tempo. Ad un certo momento mi sono ritrovata singhiozzante, di un pianto disperato; sono dovuta uscire subito, sentivo veramente il bisogno di urlare. Oggi ho sentito una frase in tv: fai vedere la tua forza e non la tua debolezza. E io ci provo, credetemi, ci provo ogni istante, ma provo una stanchezza strana, una sorta di “stanchezza del cuore” come se non volesse altre sensazioni perché è saturo. Vi prego di scusarmi per lo sfogo, non ce la faccio più a reprimermi. Buona notte a tutte voi, io resterò in piedi anche stanotte con le mie lacrime e i miei dolori a farmi compagnia.