Quali esempi per i bambini?

Sono madre di una bambina di quasi otto anni e confrontarmi con lei rispetto a ciò che giornali e tv propongono non è sempre semplice. Sono innumerevoli le occasioni in cui mi trovo a “spiegare” a mia figlia il perché accadono determinati eventi e messi in atto comportamenti che non costituiscono proprio un esempio di positività per tutti noi. La “farfalla” di Belen, la sexy barista in provincia di Brescia che fa scalpore, la bimba morta per aver detto una bugia (sua nonna le ha imposto di correre per tre ore intorno alla casa), abusi di ogni genere nei confronti dei minori e non, maestre violente trasformate in autrici famose di gesti che sono sotto gli occhi di tutti. Potrei continuare all’infinito. Basta ascoltare un telegiornale. Quelle poche volte che guardiamo un film, il bollino indica “bambini accompagnati” e nel corso della visione mi domando come mai non abbiano messo il bollino rosso dal momento che le scene sono abbondantemente condite con frasi e azioni che avviano di certo un confronto impegnativo. Notizie legate ad azioni degne di elogio ed ammirazione,  racconti nei quali si possa apprezzare un linguaggio pulito ed elegante, esempi di sana educazione e rispetto per la persona occupano l’ultima fila nel festival della superficialità e della violenza. Famiglie che annaspano nel mare della frivolezza di cui si nutre il mondo mediatico, genitori non sempre nella possibilità di cavarsela, sprovvisti di tempo e strumenti idonei a combattere la guerra contro un nemico terribilmente potente. Non voglio essere retorica e parlare della crisi che dilaga nelle famiglie, della necessità di trovare un canale comunicativo con i propri figli e dell’attenzione che è doveroso rivolgere loro rispetto a ciò che osservano, vivono ed elaborano. Sarei scontata. Voglio però sottolineare che è anche attraverso il canale mediatico che il bambino impara ed apprende. Diversificarlo e migliorarlo vuol dire maturare e crescere socialmente. (Dr.ssa Marcella Ciapetti, pedagogista clinico)