Quando i rapporti cambiano
Viviamo un rapporto incantevole, siamo coinvolti in una complicità mai provata prima, pian piano iniziamo a pensare che la nostra vita senza quella persona non sarebbe possibile o non sarebbe bella come la vorremmo. Ecco che ci si incontra sempre più spesso, si aprono le porte del proprio animo a qualcuno di cui ci si fida cecamente, qualcuno che non ci tradirebbe mai, qualcuno che sembra l’altra parte di noi. Gli permettiamo di entrare nella nostra vita, nella nostra quotidianità, apettiamo di incontrarlo per placare il nostro animo, per confidargli le nostre pene, le nostre riflessioni, per sentirci meno soli o con qualcuno che ci possa comprendere e soprattutto ascoltare. Improvvisamente ci sentiamo più sereni, le nostre giornate vengono scandite da impegni comuni, ci si sostiene a vicenda, si dispensano consigli su come approcciarsi alla vita, si ride e si piange condividendo emozioni e pensieri esclusivi, si inizia a pensare di non poter fare a meno di quella persona perché senza ci sentiremmo persi. Tanta vicinanza, tanta intesa, tanta complicità…ma d’improvviso ci accorgiamo che qualcosa è cambiato, non incontriamo più lo stesso sguardo, non c’è più la stessa intesa, ci si allontana, ci si perde. Iniziamo a pensare di aver sbagliato in qualcosa, di non essere stati capaci di comprendere che quell’intesa stava cambiando, che forse stava diventando tutto troppo morboso, limitativo, asfissiante. Forse gli eventi della vita, forse la nascita di bisogni differenti, forse la necessità di allontanarsi per sentirsi liberi di scegliere e decidere per se stessi, con se stessi, forse la necessità di dividersi per comprendere la propria forza, la conferma che ce la si può fare anche senza, che non dipendiamo da nessuno. Ma in un rapporto c’è sempre qualcuno che subisce e qualcuno che si allontana, qualcuno che ricorda e qualcuno che dimentica o vuole dimenticare. Sören Kierkegaard ha scritto: “Ci vuole più coraggio per dimenticare che per ricordare” e credo che sia un’autentica verità. Alla fine ci rimane il ricordo , un premio per chi subisce un allontanamento o un distacco, il ricordo di giornate meravigliose, di discorsi che sembravano le migliori medicine per la nostra anima e la nuova consapevolezza che comunque sia andata ne è valsa la pena. ( Marcella Ciapetti, Pedagogista clinica)