Quando si esce da scuola…pranzo, riposino e benedetti compiti!

L’orario scolastico è terminato e si arriva a casa dopo aver superato un traffico allucinante, pronti per il “buon appetito!”  A seconda delle diverse situazioni, cerchiamo di coinvolgere il più possibile i nostri figli nei preparativi per il pranzo, dal condire delle pietanze all’apparecchiare la tavola, dal grattuggiare del parmigiano all’occuparsi di mettere a tavola delle bevande ecc. Il momento del pasto deve essere vissuto con partecipazione da parte di tutti i presenti, ed è da considerare uno dei momenti di condivisione e vicinanza più importanti. Terminato il pranzo è necessario, anche a livello fisiologico, un’adeguato tempo per riposare o per rilassarsi (per i piccoli può voler dire anche giocare o guardare un cartone in tv ecc. ) e non necessariamente dormire. Terminato il momento dedicato alla “ricarica fisica e mentale”, arriva il tempo per lo svolgimento dei compiti. è fondamentale parlare dell’utilità della scuolaprendendo spunto dal vivere quotidiano. Faccio un esempio: si potrebbe stimolare la riflessione nel bambino sottolineando l’importanza di saper leggere dei numeri, necessari per telefonare in piena autonomia, saper riconoscere i colori, utili per individuare con facilità quale pulsante schiacciare per ottenere il biglietto per il parcheggio (di solito è un pulsante di colore verde che ci fa ritirare il biglietto), oppure per conoscere il funzionamento di un semplice semaforo. I bambini hanno bisogno di comprendere il riscontro pratico delle attività che svolgono, in maniera tale da trovare interessanti e divertenti le attività scolastiche proposte.

 è bene individuare un posto ben preciso e definitivo per svolgere i compiti: si provvederà a creare il massimo silenzio, una seduta comoda ed agevole, una buona illuminazione, un ambiente accogliente e a misura di bambino, con colori vivi , dove possa ritrovare la sua voglia di vivere e di essere sereno. Favoriamo sempre l’autonomia dei nostri figli, non interveniamo nello svolgimento del compito se non su richesta, non siamo insegnanti, lasciamo a loro il dovere di correggere eventuali errori. Gratifichiamo sempre il bambino quando bravo, non ricattiamolo se non vuole fare i compiti, rendiamoli piacevoli con piccole pause divertenti e rigeneranti. Una gustosa merenda, magari preparata insieme in modo spiritoso, un giochino divertente con la mamma, può ripagare infinitamente. Riuscire, da parte di noi genitori, a mantenere un approccio sereno e non colpevolizzante, potrà di certo rendere ogni step sereno e piacevole. Ridiamo con loro, ironizziamo, non prendiamo troppo tutto sul serio…se si sbaglia una letterina o si colora in maniera non precisa, proviamo ad inventare una storiella su quella letterina o su quel disegnino…Non investiamo nei risultati scolastici dei nostri figli il nostro successo personale. Noi siamo genitori, non proprietari dei nostri figli, e i nostri figli sono altro da noi, sono delle persone diverse da noi e hanno il diritto di esprimersi ed emergere secondo le loro necessità e caratteristiche. No, non è la famiglia del Mulino Bianco, può essere realtà… (Marcella Ciapetti, Pedagogista clinica)