Riflessioni sul metodo estivill
Sento la necessità di chiarire la mia posizione in merito al tanto discusso Metodo Estivill, che ha determinato, all’interno del forum, un’enorme confronto per me costruttivo e fondamentale. Non posso dimenticare…la mia prima risposta è stata proprio sulla difficoltà di una mamma a far vivere serenamente il sonno del proprio figlio ed io, spontaneamente, le ho suggerito di leggere questo discusso libro. Appena dopo si è scatenato l’inferno, ci sono molte posizioni in rete che sconfessano tale metodo, è troppo aggressivo, non tiene affatto in considerazione le necessità emotive dei bambini, è freddo e crudele, serve per far dormire genitori insensibili e poco attenti alle esigenze dei propri figli. Se c’è una cosa che ho imparato in questa mia breve vita è che c’è sempre qualcosa di positivo da poter tirare fuori nelle esperienze e conoscenze che arricchiscono continuamente il nostro animo: ringrazio tutte voi per avermi fatto riflettere e prendere coscienza di un atteggiamento troppo superficiale nei confronti di tale metodo. Il libro non è da buttare via: tutto ciò che il Dr. Estivill scrive è da leggere con attenzione e con un proprio spirito di osservazione e interiorizzazione. Ho letto più volte il libricino e mi trova d’accordo su diversi aspetti, come ad esempio il rito prima del sonno, la favoletta, il giochino da preparare tutti insieme, il pieno coinvolgimento anche del papà in ogni aspetto, il disorientamento del bambino nell’addormentarsi in posti diversi rispetto a dove poi si risveglierà, l’importanza di essere coerenti da parte di noi genitori e di fare attenzione e fissare dei punti fermi a livello di abitudini e di atteggiamento sereno rispetto alla quotidianità familiare. Ma, come in ogni situazione, c’è anche l’altra faccia della medaglia: non si lascia inascoltato il pianto di un bambino. è qui che subentra una componente velenosa nel metodo stesso: il pianto del bambino non determina cambiamento nelle decisioni dei genitori e soprattutto lascia il bambino, anche se per poco tempo, nel pieno disorientamento e nell’impossibilità di cambiare la situazione. Modificherei questo aspetto: sempre e comunque la vicinanza emotiva, e, se necessaria, quella fisica, cercando di individuare, nel momento della nanna, una strada che possa illuminare il cammino della serenità e della tranquillità. Ma non solo nel momento della nanna. Il bambino si adegua agli stati d’animo dei genitori, all’atmosfera che si vive in famiglia, manifestando disaccordo o pieno coinvolgimento emotivo. Quindi è fondamentale che i genitori siano sereni, lavorino sui loro stati d’animo, affinchè possano trasmettere serenità, leggerezza e non preoccupazione rispetto a ciò che accadrà nelle loro giornate. Sarà solo così che i nostri figli avranno modo di percepire un’atmosfera tale da permettere di restituire con il sorriso regali d’amore. Mi scuso con tutte voi per la mia superficialità, ma come ho letto giorni fa sul sito, è importante riconoscere i propri errori, per crescere e migliorare, come persona e come professionista.