Sono solo capricci?

Il nervosismo nei bambini può manifestarsi in improvvisi mal di testa, un desiderio irrefrenabile di avere la fronte bollente, nel rifiuto di fare i compiti o nel rivolgersi ai genitori con gli occhi pieni di rabbia … Sono solo “capricci” o c’è dell’altro? Il malessere dei bambini, nelle diverse forme in cui si manifesta, è sempre il campanello d’allarme di un disagio più profondo con il quale è difficile convivere.  Per molti di loro confrontarsi con il mondo, sia esso fatto di compagni di scuola,  di compiti, di maestre o di situazioni che distraggono i genitori da quell’attenzione esclusiva di cui loro hanno così tanto bisogno , vuol dire non poter godere della piena presenza in particolare della loro mamma, una mamma che adorano,  che vorrebbero avere sempre accanto e con la quale si sentono al sicuro. Mi viene in mente una bambina di prima elementare, esile, apparentemente fragile, con tanta voglia di essere coccolata e incoraggiata. Spesso si rifiuta di mangiare e di fare i compiti, trasformando i pasti in una guerra senza vincitori né vinti e la missione compiti in una lotta dove quasi sempre è lei ad avere la peggio. Non vuole andare a scuola e la sua mamma è davvero sull’orlo della disperazione dal momento che, al mattino, far indossare un calzino a sua figlia appare come una missione impossibile.

Le motivazioni che possono portare un bambino a vivere disagi di questo tipo possono essere molteplici: la nascita di una sorellina o un fratellino, un trasloco, un lutto, la distrazione di un genitore dovuta all’eccessiva mole di impegni e preoccupazioni, difficoltà nel rapporto con una sorella o un fratello, un papà poco presente ecc. I bambini richiedono la nostra attenzione e sono disposti a riceverla in ogni sua forma, dalle punizioni ai toni alti della voce, da un nostro sguardo scocciato (è comunque uno sguardo) a uno sculaccione. Hanno necessità di essere tranquillizzati, di liberarsi da quella condizione di malessere che gli provoca così tanta angoscia. E noi, genitori “attenti”, facciamo fatica a prendere coscienza del fatto che basterebbe dedicare loro un pochino di attenzione, quella vera, autentica, fatta di sguardi dolci, testimoni del nostro affetto per loro, di carezze che scaldano il cuore, di abbracci che tolgono il fiato. Loro hanno bisogno di noi, hanno bisogno che il  papà e la mamma si mettano seduti a terra a giocare con loro realizzando insieme qualcosa di unico, come un disegno, una costruzione, un collage o divertendosi a creare nuove forme con il pongo o la pasta di sale. Doniamo loro qualche sorriso in più, guardiamoli negli occhi e abbassiamoci fisicamente al loro livello quando dobbiamo riprenderli per qualcosa che non dovevano fare, rispettiamo i loro stati d’animo, accogliamoli come persone diverse da noi e impariamo a sottolineare anche ciò che di bello e unico caratterizza il loro modo di essere. Sostituiamoci alla televisione, ai video giochi o alla playstation, anche solo per poco tempo al giorno, dando prova del fatto che abbiamo piacere a stare in loro compagnia, senza cellulari, senza interruzioni, senza fretta! Vi assicuro, non è difficile, basterebbe solo volerlo …