Una domenica alla scuola steineriana

Oggi è lunedì, la neve è ormai quasi sciolta. Mi sento un po’ svuotata. Il we è stato pieno di amici ma anche pieno di capricci.

 

 

 

Ieri abbiamo portato i bambini a vedere uno spettacolo di burattini alla Scuola Steineriana. Era la prima volta che la visitavo, e nonostante l’impressione sulla struttura non sia stata delle migliori (ma del resto si sa che a Milano per decidersi a rimettere in sesto i palazzi aspettano il più possibile), ho sentito quell’atmosfera che mi ero sempre immaginata. Era la nona edizione del Festival del Teatrino, con varie rappresentazioni di burattini accompagnati da musica e parole e anche laboratori creativi.

Io e il piccolo abbiamo aspettato la fine dello spettacolo nell’asilo, una stanza tutta di legno piena di giochi di legno e con un lungo tavolo su cui disegnare, mangiare o semplicemente chiacchierare. Davide si è innamorato di un’anatra di legno con le ruote, fargliela lasciare lì è stata dura. Anche noi abbiamo diversi giochi in legno a casa, il legno è caldo, liscio, naturale.  Così come calda era la partecipazione, si capiva che genitori e insegnanti erano abituati a collaborare, a dedicarsi insieme alla scuola.

La pedagogia Waldorf di Rudolf Steiner si riassume in queste sue brevi parole: “Il nostro obiettivo: elaborare una pedagogia che insegni ad apprendere, ad apprendere per tutta la vita dalla vita stessa.

Il concetto è sviluppare le potenzialità di ogni bambino che vive profonde trasformazioni a ritmi di sette anni (infatti questa scuola è divisa in settennni).

Pensiero riflessivo, fantasia, creatività, attività motoria, agilità delle mani (dita e parola sono collegati) sono da conquistare in modo profondo, perchè alla base di uno sviluppo armonioso dell’individuo e della sua maturità sia individuale che sociale.

Le tabelline vengono insegnate attraverso il ritmo, non ci sono voti e libri di testo.

è una scuola folle? Fa uscire dei “diversi” che fanno fatica a entrare nel mondo normale? Sinceramente non so rispondere, ma a me sembra proprio un metodo stupendo, centrato sul singolo bambino, attento a riconoscerne il talento e le potenzialità. A me pare sia una scuola in cui si insegna a vivere, ad avere fiducia in se stessi, a sentirsi liberi dai condizionamenti, a sviluppare quell’autonomia necessaria a trovare la propria strada.

Se ti sei arricchito fin da piccolo, se ti è stato insegnato a capire il mondo e le persone, secondo me nella vita puoi fare qualsiasi cosa. Non è importante quante cose sai ma come sai vivere.

Al mio Apo farebbe tanto bene..lui è così riflessivo, ma così impacciato nei rapporti sociali. In questo periodo lo vedo molto sofferente. Ho chiesto alle sue maestre di aiutarmi a capire, ma non mi aspetto molto. Minimizzano i suoi sentimenti e reagiscono sulla difensiva per giustificarsi del fatto che non fanno caso a certi intrecci relazionali tra i bambini.

Meglio la scuola di quartiere (per di più di fronte a casa) o meglio una scuola lontana ma davvero innovativa?

Qualche esperienza di scuola steineriana dalle elementari in poi?