Vaccino Covid a 14 anni

21 Maggio 2021. Oggi Apo ha fatto la prima dose del vaccino Pfizer. Da una settimana hanno aperto le vaccinazioni alla fascia d’età 12-15 anni. Per lui è stato come andare a prendere un gelato, io ero serena ma mi sono emozionata un po’ come quando sono andata io. Un mese e mezzo fa in quello stesso luogo, i locali interni dello stadio dell’Università di San Diego, la UCSD, c’era una lunga fila. Oggi quasi nessuno, a fine mese il posto ritorna ad essere il centro sportivo che era. A San Diego almeno il 50% della popolazione ha già avuto due dosi di vaccino. L’America ha tanti difetti ma quando devono organizzare qualcosa lo fanno in modo super efficiente. Da quando sono arrivati i vaccini le cose si sono mosse in fretta qui. Certo in alcuni periodi trovare un posto libero era difficile ma i luoghi dove vaccinarsi erano e sono tantissimi. Spesso sono collegati con il proprio portale medico direttamente ma comunque gli appuntamenti sono gestiti da un sito statale che ti permette di trovare posto nei luoghi vicini. Anche le farmacie hanno un loro portale. Dopo la vaccinazione puoi fare la foto e ti regalano pure uno sticker. Ecco questo l’ho evitato. Comunque in quella mezz’ora ho ripensato all’importanza di questo traguardo, a quanto hanno sofferto i nostri figli, all’esperienza che hanno fatto. Ho chiesto ad Apo se si ricordava come si sentiva (e bene non stava) ma per lui è passato tutto. È bastato un mese di vita quasi normale con scuola tutti i giorni, un concerto con la sua jazz band, la pallavolo a scuola e le partite (tutto rigorosamente con mascherina) a cancellare un intero anno di solitudine. Meglio così, i bambini e i ragazzi alla fine sono forse più bravi a voltare pagina, ma non sempre è vero. Non dico che non vivano traumi ma se le cose finiscono bene allora i ricordi negativi possono sparire prima. Noi siamo stati però fortunati a vivere la pandemia in una città con un ottimo clima tutto l’anno, con un giardino, il mare a portata di mano e che ci hanno
Riaperto dopo 4 mesi. Non tutti si sono trovati in questa situazione. Abbiamo avuto un lockdown molto lungo ma con la possibilità di passeggiare all’aperto. Di andare al ristorante non ho sentito la mancanza, ci sono tornata per la prima volta ieri dopo un anno e mezzo. Ma l’aria aperta è per me ormai fondamentale. Fortunati i miei figli anche ad essere in tre, a divertirsi e a non sopportarsi ma comunque in compagnia. Quest’anno abbiamo fatto un trasloco in pieno Covid, ho perso mio padre senza poter tornare in Italia, siamo rimasti in esilio a lungo. La vaccinazione è una liberazione per tutti, e tutte queste emozioni sono riaffiorate mentre facevano quella punturina. Gli effetti collaterali ci sono ma durano solo 24 ore e il ricordo di chi ha preso il virus e non ce l’ha fatta dopo enormi sofferenze è ancora troppo forte. La pandemia ci ha unito e ha diminuito le diseguaglianze, si diceva all’inizio. Non credo sia vero, ha messo in mostra in pieno le diseguaglianze invece e non so se ci ha unito. Io mi sono indurita, ho in un certo senso chiuso il cuore un po’, voglio stare con le persone che mi fanno stare bene con cui c’è un collegamento profondo. E mi auguro soprattutto che i ragazzi dimentichino in fretta, soprattutto quelli meno fortunati dei miei. Noi abbiamo i vaccini ma tanti altri Paesi non li hanno ancora e stanno ancora soffrendo. È un’esperienza che rafforza, non ci sono dubbi. Ma ci vorrà anche po’ di tempo a voltare pagina.