Positive Discipline: mito e realtà

Avevo iniziato a parlare qui di Positive Discipline, partendo dai vari temperamenti che si possono trovare nei bambini. La Positive Discipline è un metodo educativo (o meglio un insieme di suggerimenti) molto in voga in America in questo momento e risuona anche molto con la cultura americana in cui il bambino è considerato fin da subito un piccolo adulto che deve costruirsi presto la sua indipendenza, la capacità di negoziazione, la sua identità e le sue convinzioni.

A me piace tantissimo questo concetto e mi è per certi versi sempre venuto naturale applicarlo con i miei figli avendo anche scelto per loro un percorso Montessori. Mi è sempre piaciuta l’idea di ascoltarli fin da piccolissimi, di capire cosa avevano in mente e di lasciarli esplorare sia verbalmente che fisicamente. Fatico però ad utilizzare le tecniche della Positive Discipline con i piccoli 🙂 ma ci vuole tempo, è un cambio di prospettiva e poi dipende anche molto dal tipo di bambino. Anche se devo dire che il guadagno è molto sul lungo termine: mentre da piccoli il quotidiano spesso risulta frustrante, da grandi sbocciano indipendenti e capaci di regolare meglio da soli le loro azioni/reazioni. Credo poi che un educatore scolastico non possa che seguire questo metodo, non amo gli asili in cui le maestre urlano o usano troppo punizioni e premi per insegnare ai bambini (visto spesso nelle scuole italiane, anche per la nostre indole più impulsiva ed emotiva).

I punti cardine della positive discipline sono:

  • il rispetto del bambino fin da piccolissimo
  • uno stile educativo NON basato su punizioni e premi, questo stimolerebbe solo competitività e non cooperazione.
  • i bambini vanno guidati verso la capacità di auto-regolarsi e a non essere dipendenti da altri per correggere il loro comportamento.
  • il temperamento del singolo va rispettato e riconosciuto nella sua unicità
  • non è l’adulto che dirige ma conta l’interazione
  • fare in modo che la comunicazione sia positiva. Piuttosto che dire sempre “non fare questo”, volgere l’invito in positivo “è meglio se fai cosí” aggiungendo una spiegazione sensata.

Nei prossimi post seguiranno esempi concreti in cui applicare questi suggerimenti.

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